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Memento

Regia di Christopher Nolan vedi scheda film

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La recensione su Memento

di thedreamer
9 stelle

Memento è uno dei simboli del cinema contemporaneo

 

 

Non ci sono tanti film come Memento, Christopher Nolan (2000), nella vasta produzione coeva capaci di tracciare un percorso chiaro, seppur complesso, che una parte della cinematografia contemporanea può e sta già percorrendo. Senza cercare di stanare titoli e autori da chissà dove, a primo acchito, credo che un impatto simile nel panorama cinematografico mondiale l’abbiano avuto un novero di film che vanno da Pulp Fiction, di Quentin Tarantino (1994) realizzato sei anni prima a Inland Empire di David Lynch (2006), uscito sei anni dopo il film di Nolan, per poi proseguire fino ai nostri giorni. Sì, sono consapevole delle forzature nonché delle enormi differenze fra i film succitati ma tutti sono portatori di elementi originali presenti in Memento e in parte dei film degli ultimi 20 anni che hanno peculiarità per così dire “contemporanee”. Etichetta questa, da usare con le pinze perché va da sé che tutti i film usciti nell'ultimo ventennio sono contemporanei come va da sé che parte di questi elementi, elencati di seguito, che attribuiscono ad un film lo statuto di contemporaneità erano già presenti in molte pellicole degli scorsi decenni. Lo scarto sta nel fatto che adesso questi “elementi” sono dominanti in un certo modo di fare cinema e di intendere questo mezzo coadiuvati anche dalla duttilità e dalla potenza delle tecnologie digitali che un tempo, all’epoca del cinema “chimico” non esistevano. Per essere più precisi gli elementi sono 3: uno di natura tecnica, uno narrativo ed uno tematico. Rispettivamente, il montaggio, la manipolazione del tempo e l’attenzione sul disorientamento del soggetto. Pulp Fiction è noto per le prime due caratteristiche, la sua forza sta proprio nelle scelte di montaggio che scardinano tutto l’assetto temporale del film. Inland Empire per il terzo in quanto il viaggio/sogno/incubo regge tutto sul concetto di “lost girl”, tutto interno al soggetto ed alle sue crisi. Memento abbraccia invece tutte e tre gli elementi diventando così una sorta di compendio tra i due film. Il titolo dell’opera “[…] è l’imperativo del verbo difettivo latino "memini, isse" e può essere tradotto con "ricordati", che è la parola chiave del secondo lungometraggio di Christopher Nolan. [Mymovies.it] Il protagonista del film Leonard (Guy Pearce) infatti, è un ex investigatore assicurativo che dopo aver subito un’aggressione, di notte a casa sua, ad opera di 2 malviventi, in cui rimane uccisa la moglie, riporta un trauma che gli danneggia l’ippocampo perdendo così la capacità di immagazzinare nuovi ricordi; pertanto egli ha memoria di tutto ciò che gli è accaduto prima dell’incidente non potendone costruire nuovi. Uno dei due aggressori rimane ucciso ma l’altro scappa e Leonard farà di tutto per trovare l’uomo e vendicare la morte della moglie. Non potendo contare sulla sua memoria Leonard è costretto a vivere nel passato, a lottare nel presente ed a perdersi nel futuro, anzi quest’ultimo per lui è un vuoto immenso senza alcuna via di fuga. L’uomo così, nel tentativo di mantenere un ancoraggio con il presente e portare a compimento la sua vendetta adotta alcuni stratagemmi per conservare le informazioni più importanti: si tatua le cose fondamentali e fotografa, annettendovi didascalie, quelle meno importanti. Per tutto il resto c’è l’oblio. Mai come in questo caso può tornare utile la massima nietzschiana del "non esistono fatti ma solo interpretazioni” soprattutto quando questi fatti, che poi sono mezzi (parole tatuate, parole scritte e fotografie) perdono il loro legame con la realtà diventando essi stessi interpretazioni, rimodulabili costantemente. Leonard perciò nel suo difficile compito dovrà stare attento anche a chi si vorrà prendere gioco di lui “usando” il suo handicap per altri scopi, in particolar modo Natalie (Carrie-Anne Moss) e Teddy (Joe Pantoliano). Riavvolgendo il nastro possiamo sostenere quindi che il terzo elemento simbolo della contemporaneità nel cinema è lo smarrimento del soggetto, ecco che qui il tema non è solo deducibile come in Inland Empire bensì è soggetto del film che si basa tutto sul disagio vissuto da Leonard; inoltre questo è avvalorato da un uso sapientissimo del montaggio (il primo elemento citato su) che ci fa ripercorrere a ritroso, attraverso le immagini a colori le peripezie vissute dal protagonista e quelle in bianco e nero, un’altra sfilza di eventi avvenuti però in progressione: tra questi i colloqui telefonici con un fantomatico detective (Teddy?) e gli sviluppi di un’altra storia simile a quella vissuta dal protagonista ovvero di un suo ex cliente Sammy Jankis (Stephen Tobolowsky) che mostra enormi affinità anche con la biografica di Leonard. Il tutto, è ovvio, finalizzato ad intorpidire le acque e rendere difficile il lavoro ermeneutico dello spettatore che così facendo trova maggiormente empatico il rapporto con il protagonista (ottimo quindi il lavoro metacinematografico del regista che stabilisce un canale comunicativo diretto tra sé, il suo personaggio principale e lo spettatore), dovendosi muovere su “terreri temporali” (il secondo ed ultimo elemento citato su) assai diversi tra loro. Film contemporaneo quindi, da qualsiasi angolatura lo si guardi. E se l’esito di un filone del cinema coevo raggiunge questi risultati vuol dire che esso ha ancora tanto da mostrare!

 

 

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