Regia di Sidney Lumet vedi scheda film
Lo svolgimento di una storia statica come poche altre si è valso di un copione eccezionale, verbosissimo ma mai noioso, che ha impegnato duramente la memoria del protagonista. Strepitoso Finney, dunque, anche per la mimica particolare con cui tratteggia un Poirot inamidato, al limite dell'infermità fisica. Tutto il film si potrebbe riassume in un elenco di domande e in una sfilata monotona di personaggi, eppure l'atmosfera si sente eccome. Anzi, di tutte le riduzioni cinematografiche di Agatha Christie questa è forse la migliore, giusto per il carattere cupo e drammatico che circonda la vicenda. E se il racconto difetta di descrizioni d’ambiente, qui non manca una bella battellata sul Bosforo e l’ottima scena nella stazione al momento della partenza. Eccellente Richard Widmark nella sua breve parte, mentre anche Connery interpreta un personaggio secondario. Molto efficace il preambolo iniziale. Tre stelle e mezzo.
I molti italiani presenti sono tutti meridionali e non ci fanno una bella figura. Addirittura, durante la prima edizione del libro, alcuni nomi vennero cambiati rendendoli stranieri: il Fascismo non voleva che la bontà della "razza italica" venisse diffamata dai loschi personaggi ideati dalla scrittrice inglese.
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