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Nashville

Regia di Robert Altman vedi scheda film

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La recensione su Nashville

di strangelove
8 stelle

Tra i tanti meriti che ha “Nashville”,uno dei più importanti è quello di essere stato forse il primo film che mette in scena una “Babele” (cosi’ come è stata definita da molti) di personaggi.
Robert Altman è maestro quindi nello gestire una quantità considerevole di attori (che raggiunsero in questo caso livelli di recitazione decisamente ottimi).
Quindi all’ epoca fu un film quasi sperimentele,che ha fatto storia,ed in seguito imitato da molti (l’ ultimo è stato il bravo Paul Thomas Anderson).
La caoticità del film,che è lo specchio della caoticità di quelli che furono gli Stati Uniti negli anni ‘ 70 ,viene mostrata già a partire dagli splendidi titoli di testa,durante i quali vengono presentati gli attori a ritmo frenetico delle varie canzoni che il film presenta.La musica appunto come riflesso dal quale si intravedono pregi e (soprattutto) difetti degli americani.
E se apparentemente lo spirito made in USA all’ epoca ci sembra cosi’ denso e ricco delle più svariate sfumature,è da notare come in realtà l’ accumulo di (falsa) massa porta al vuoto.Altman sembra chiedersi (e comunicarci):e i veri valori che posto occupano in questa società che va avanti “a base di falsi sorrisi”?
Una pellicola politica dunque.Una politica inesistente,che semmai c’ è statà,è praticamente scomparsa.
Le vite dei personaggi (24!) si intrecciano fra di loro.Tutto si intreccia con tutto...tracce della rivoluzione sessuale,la violenza,il fanatismo,la politica,la musica,la corruzione,le ambizioni...E questi elementi tanto “alti”,senza vere e precise identità,non portano da nessuna parte.
Ironico sempre al punto giusto,e con un montaggio da far invidia alle più recenti tecnologie,l’ affresco di Altman è uno di quei film sempreverdi:perché anche tra 50 anni rimarrà il simbolo di un epoca...un epoca della quale oggi conserviamo solo i lati marci.
Il film dura 160 ‘ minuti,ma avrebbe potuto benissimo avere una durata più ampia (il materiale complessivo realizzato ammontava alle 70 ore!).
Memorabile la scena che mostra Keith Carradine cantare “I’ m easy”,e quattro diverse donne pensare di essere ognuna la destinataria di ciò che stanno ascoltando.
Carta vincente,anche in questo caso, è l’ improvvisazione (che è ben visibile,a cominciare dalle canzoni scritte direttamente da alcuni degli attori).
Non sembra (e non è) una super – produzione,ma rimane il più bell’ esempio di un cinema di descrizione (realista,perciò allarmante e sempre attuale).
La società statunitense “era” (ed “è”) anche la nostra.Dobbiamo sentirci parte di “Nashville”.Siamo tutti protagonisti.Tra noi continueranno a nascere e a scomparire (con grande velocità) miti ed idoli.E continueremo in coro ad intonare “It don’ t worry me”...perché in fondo nessuno mai “se la prende”.Ma che c’ importa...
NASHVILLE = USA '70

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