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Bread and Roses

Regia di Ken Loach vedi scheda film

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La recensione su Bread and Roses

di mm40
6 stelle

Un invito alla ribellione e all'azione concreta, in nome dei propri diritti: Bread and roses è un film di e 'alla' Ken Loach, che per l'occasione si sposta nel sudovest degli Usa, ma mantiene un'ineccepibile coerenza stilistica e contenutistica. A oltre trent'anni dall'esordio cinematografico (Poor cow, 1967), il regista inglese non ha perso nulla della originaria voglia di lasciare con i suoi lavori un messaggio civile, mettendo in scena storie di ordinario sfruttamento, razzismo, miseria, incoscienza, disperazione. Qui a primeggiare sono i temi del lavoro nero e dell'immigrazione, con l'inserimento della tematica della clandestinità (messicana) che già da tempo è una spina nel fianco per l'opinione pubblica a stelle e strisce. Si tratta della terza sceneggiatura scritta da Paul Laverty (la prima era stata La canzone di Carla, quattro anni prima), che rimarrà a lungo a fianco di Loach nelle sue future produzioni; il realismo di fondo è come sempre una delle principali forze nella costruzione delle storie dei film del regista. Fra gli interpreti i nomi più noti sono quelli di Adrien Brody (già con Malick e Spike Lee), Lilian Hurst (proveniente da svariate serie tv, fra cui Dharma & Greg e Innamorati pazzi) ed Elpidia Carrillo (Le cose che so di lei, di Rodrigo Garcia, e Predator 1 e 2): non esagerati; mentre Pilar Padilla (che ha il ruolo centrale di Maya) è qui esordiente. Il pane e le rose era uno slogan, coniato nel 1912, che serviva a rivendicare le richieste di sensibili miglioramenti nella qualità del lavoro da parte di un manipolo di operai in sciopero: azzeccatissimo per la questione in ballo nel film. 6/10.

Sulla trama

Rosa, di origine messicana, vive a Los Angeles e lavora per una ditta di pulizie di uffici, il cui capo maltratta e licenzia i dipendenti senza pensarci troppo. Un giorno, clandestina, arriva in città sua sorella Maya; Rosa la fa lavorare con lei, ma la clandestinità non fa che peggiorare la situazione di Maya. Un collega idealista però si mette in testa di voler creare un sindacato.

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