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In the Mood for Love

Regia di Wong Kar-wai vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su In the Mood for Love

di strangelove
8 stelle

1)LA PAROLA AMORE.
Partiamo dalla traduzione del titolo di quest’ opera d’ arte: “In the mood for love”:può essere tradotto in diversi modi,ma noi preferiamo tramutarlo in “lo spirito dell’ amore”, “il significato dell’ amore”, “il senso dell’ amore”, “nell’ anima dell’ amore”.
Lo spettatore,mentre vede il film non partecipa solo direttamente ad esso;non solo ci “tuffiamo nel film”,ma mentre lo vediamo siamo parte di esso,e di conseguenza siamo parte della parola amore.
Ci troviamo all’ interno di questa universale parola,pronti a scoprire con delicatezza il suo vero significato.Il titolo cinese recita:”Huyang nianhua” (“L’ età della fioritura”).La fioritura dell’ amore naturalmente.Si,perché dapprima assistiamo alla nascita di un (dell’) amore,e poi al suo sviluppo. . .ma non ad una scontata fine.L’ amore può fiorire dal nulla (per niente casuale un possibile riferimento ad un fiore),e quel nulla,anche se chiuso nell’ anima di due sole persone,diventa quanto di più universale possa esistere.Parlavo di una nascita “che non ha fine”:a differenza delle più svariate situazioni che occupano la nostra vita,il vero amore non muore mai.Non importa che risvolti può assumere,non importa nemmeno se non nasce in senso materiale;l’ amore spirituale (ciò che “abbiamo dentro”) può per una vita intera essere racchiuso nel nostro cuore. . .magari sbocciando a distanza di anni o, comunque,in un'altra vita.
L’ amore è una delle poche cose che possiamo definire ultraterrene.Qualcosa che va al di là della vita e della morte.L’ amore non può essere spiegato e/o analizzato.L’amore c’ è,e basta.

2)STORIA ED INTERPRETAZIONI.
Hong Kong 1962:la segretaria Chan e il giornalista Chow,vicini di casa,scoprono che i loro coniugi sono amanti.Ma nonostante l’ attrazione reciproca i “traditi” decidono di non (?) iniziare una relazione.Chow partirà per Singapore.I due non si incontreranno più.
Raccontata cosi’,la storia può sembrare “una fra tante”.Invece la sceneggiatura è molto più complessa di quanto apparentemente può sembrare:è piena di buchi.Ma quando parlo di buchi non mi riferisco a pecche.Immaginiamo uno schema da puntellare di 20 tasselli.Il regista si limita a riempirne 10.Gli altri 10 sono nelle nostre mani.Ognuno di noi è libero di scegliere come riempire i vuoti.Una pellicola dunque suscettibile a diverse interpretazioni.
Ho sempre pensato (come quasi tutti credo) che tra Chow e Chan qualcosa ci sia stato:l’ ultima volta che vediamo i due insieme,in un taxi,è possibile udire le seguenti parole della donna: “non voglio tornare a casa questa sera”.Quella notte avrà forse fruttato addirittura un bambino?Anche questa è una possibilità certamente reale (il piccolo che in una delle sequenze finali vediamo in compagnia di Chan,diventata ormai mamma).
In precedenza assistiamo a scene durante le quali i due protagonisti inscenano (con una finzione che inevitabilmente è destinata a diventare realtà) la relazione dei propri rispettivi sposi.E intanto continuano a ripetersi.”non saremo mai come loro”.La finzione non è mai fine a se stessa:spesso è possibile trovare molta più verità in una semplice simulazione,che nella realtà vera e propria.
Fingendo, il gioco di seduzione può anche riuscire meglio:talvolta gli episodi che assumono nel proprio sviluppo una valenza maggiore di altri nascono proprio da qualche cosa che inizialmente appare come innocente (ma forse in fondo continua ad esserlo).
Non vediamo mai i volti dei coniugi dei due protagonisti perché l’ autore ha preferito (giustamente) concentrarsi solo su di una storia d’ amore.In questo modo non assistiamo a nessun intreccio con conseguenti momenti lacrimevoli.Cosa abbastanza rara anche nei grandi film d’ amore del passato.
Ma non dimentichiamoci che forse più che un film d’ amore questo è un film sull’ amore.
Dal canto nostro continueremo a chiederci:è successo,si rivedranno?…

3)WONG KAR WAI:UNA MACCHINA DA PRESA CHE REGALA EMOZIONI.
Sicuramente gran parte del merito dell’ operazione è del regista.Nato Nella Cina popolare,e cresciuto ad Hong Kong,Wong già precedentemente avava fatto intravedere quel tocco capace di rendere un film speciale,ma con “In the mood for love” si è conquistato il titolo di autore geniale.
Lo spunto iniziale della storia poteva fluire in modo da rendere il risultato finale non certo memorabile.Ma questo film rappresenta una lezione rara di regia cinematografica.
Il semplice ed efficace linguaggio narrativo fa parte della filosofia del regista.
Ci troviamo di fronte a due fasi narrative:la storia e la macchina da presa,che mai come in questo caso assume un significato pari almeno a tutto quello che gli gira intorno nella realizzazione del film.In questo modo ogni singola inquadratura (nessuna esclusa) prende su di sé una proprietà che va ben oltre il semplice simbolismo.
E in pratica ogni scena conserva una carica intensa di emozione che esclude con forte abilità il patetismo e la lacrimuccia facile.
La macchina da presa scorre lentamente tra una scena e l’ altra con una gentilezza sentimentale che tocca le corde del cuore.
E quando i ralenti entrano in scena morbidi brividi ci percuotono.

4)TONY LEUNG E MEGGIE CHEUNG:INTERPRETAZIONI DI UN FUTURO PASSATO.
Che la coppia di attori sia molto affiatata è ben evidente,ma non è tutto.I due hanno la capacità di incollare gli occhi dello spettatore allo schermo.
Il film è ricco di primi piani,ma in questo caso più che di espressività,per Tony Leung e Meggie Cheung è più giusto parlare di intensità.
Pensiamo alla scena che mostra la donna arrivare all’ appuntamento troppo tardi:il suo volto è fissato dalla telecamera per qualche minuto,e da quando appare,fino a quando una lacrima non scende lungo il suo viso,il nostro sguardo rimarrà fisso su di lei.
Gli attori,più che recitare, “esistono”.Nessun istrionismo,nessuna forzatura…ma solo quella capacità magnetica tanto semplice quanto efficace.
Entrambi sono belli e desiderabili,dai lineamenti a loro modo perfetti.Hanno lo spessore di star del passato,la bravura di chi rimane impresso nella mente.

5)LA MUSICA.
Anche la musica ha un ruolo fondamentale.Non si limita ad essere funzionale alla storia,alle immagini,ma accompagna quest’ ultime in modo da diventare direttamente protagonista.
Se il valzer di Michel Galasso unito con i ralenti,come ho gi à detto in precedenza,provoca brividi,le canzoni di Nat “King” Cole conservano ancora il fascino di un’ epoca,e le musiche popolari cinesi trasmettono,e sigillano l’ anima di una popolazione.

6)MAGNIFICI DETTAGLI.
“In the mood for love” è certamente curatissimo anche nei minimi dettagli:la musica latina era davvero in voga negli anni 60’ ad Hong Kong,per non parlare degli elegantissimi e sublimi abiti che indossa trionfalmente Maggie Cheung.Sono spesso proprio gli abiti ad evidenziare i passaggi temporali.Perfino le pettinature hanno un che di meraviglioso e perfetto.
In tanti film per capire quale sia lo stato d’ animo di un personaggio,o per approfondire la psicologia di esso,l’ autore si serve di dialoghi che spesso risultano vuoti e inutili.
In “In the mood for love” sempli sguardi,o anche un gesto minimo,riescono in varie occasioni a dirci cosa in quell’ istante il personaggio stia provando.Ricordo in particolare una scena estremamente emozionante durante la quale vediamo in ralento la mano della donna stringere quasi graffiando il proprio braccio.Quel fotogramma spiega molto più di quanto mille parole potevano comunicare.

7)SE HAI UN SEGRETO VERAMENTE IMPORTANTE,CONFIDALO ALLA FESSURA DI UN ALBERO SECOLARE,CHE LO CONSERVERA’ PER SEMPRE.
Mi riferisco alla meravigliosa scena che ci fa vedere T.Leung in Cambogia adottare la leggenda che dà il titolo a quest’ ultimo capitolo.Chow sta sussurrando un segreto importante;in quel momento sta conservando anche ciò che noi non sapremo mai o, al massimo, possiamo solo immaginare.
Quella fessura nasconde l’ anima del film…custodisce il significato della parola amore.Questa parola rimarrà sempre un mistero per noi.E li’ che Chow riserva ciò che noi non sapremo mai,e mi piace pensare che in quella fessura si trova il “segreto del cinema”:qualcosa che si può vedere…ma non toccare.

“In the mood for love” è certamente uno dei 2 – 3 film migliori degli ultimi 10 anni,e uno dei più grandi della storia del cinema.Una pellicola che nel corso degli anni può solo crescere ed aumentare il proprio spessore.Un esperienza cinematografica unica ed inimitabile,che commuove, più che per il contenuto del film per la bellezza di esso.Emozionante come pochi altri film.Un capolavoro assoluto.
GIUDIZIO CRITICO: * * * * *

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