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Gli aristogatti

Regia di Wolfgang Reitherman vedi scheda film

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Lehava

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La recensione su Gli aristogatti

di Lehava
6 stelle

Ecco la storia di un grande successo! Come accaparrarsi la gatta più gatta di Parigi e conquistarsi un posto in paradiso con sforzo minimo (un salto su un furgone ed un salvataggio nel fiume al massimo) e qualche moina. Veramente "Gli Aristogatti" sono un classico intramontabile, e non solo dei cartoni animati! In una Parigi immaginifica alla Toulose-Lautrec una nobildonna decide di lasciare la maggior parte dei suoi beni agli amati gattini. Il maggiordomo avido, per potersi accaparrare l'eredità futura, decide di farli sparire portandoli in campagna. Ma con l'aiuto di un aitante gattone macho nè bello nè impossibile ma sicuramente simpatico e disponibile la famigliola felina riuscirà a fare ritorno a casa, sbarazzandosi pure dello scomodo "cattivo".

I personaggi principali sono tutti ben "interpretati": in primis Duchessa, chic-issima, ben educata (chiama Romeo "Signor Romeo"!) ma ammiccante (quando suona l'arpa), dolce e sexi (ancheggiamenti e sbattimenti ciglia). Quindi Romeo, bulletto (chiama Duchessa "pupa"! Roba da sferrargli un colpo di coda dove non batte il sole!) ma dal cuore tenero, sveglio e un po' pasticcione, con quell'atteggiamento (pancia all'aria) buffo da "sono qui solo per te/sono tutto tuo". E poi i tre gattini Minou (la più incisiva), Matisse e Bizet, cuccioli canterini ed ansiosi di parcheggiare un papà in casa.
Spassosi i comprimari: Adelina e Guendalina Bla Bla, due istruttrici di nuoto un po' anomale; lo zio Reginaldo in evidente stato alterato; Napoleone ("Sono io il capo, decido io quando è la fine … E' la fine"), a cui viene lasciata l'ultima battuta, e Lafayette, fido (in tutti i sensi!) Sancho Panza. Decidamente più stereotipato e anonimo Gruviera. Anche la banda di Scat Cat, così forzatamente caricaturale (Louis Armostrong, John Lennon ...) non mi ha convinta. Edgar il cattivo, senza infamia né lode.

Stlisticamente simile, nel disegno, a "La carica dei 101" ad esso si richiama anche nella trama. Ma uscì 10 anni dopo (nel 1970), la debolezza "tecnica" è a mio avviso evidentissima

Una menzione speciale va a Robert Sherman, autore della colonna sonora. Gli arpeggi di Minou, i temi "Nove vite" e "L'oca cammina a passi alti" (e come si fa a tradurre decorosamente "The goose steps high"?), tutti molto centrati. Coinvolgente il "Tutti quanti voglion fare jazz" ("Everybody wants to be a cat") finale.

Nota personale: ho visto questo cartone almeno 25 volte (lo giuro!) causa forza maggiore. Lo ammetto, mi piace sempre rivederlo. Comunque, un evergreen

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