Regia di Scott Elliott vedi scheda film
È la mappa di un mondo dove regnano il sospetto, il dolore, l’ostracismo tagliente delle piccole comunità, quella dipinta da Scott Elliott, regista di formazione teatrale che si è ispirato per il suo esordio cinematografico al romanzo omonimo di Jane Hamilton. Alice è una donna cittadina che ha scelto di vivere in campagna accanto al marito, in un piccolo villaggio rurale del Wisconsin. La donna è infermiera in una scuola elementare, schietta al limite dell’antipatia e la sua unica amica è la vicina Theresa. Tra le due donne nasce una grande complicità e spesso l’una si occupa dei figli dell’altra. Un giorno Alice ospita le figlie di Theresa; una banale distrazione e la piccola Lizzy affoga in un piccolo specchio d’acqua. È l’inizio di una discesa negli inferi giudiziari e carcerari, senza alcuna indulgenza da parte della comunità, ma solo quella sofferta di Theresa. Nonostante diversi palesi cedimenti di regia e sceneggiatura, il film tiene alto il suo potenziale drammatico affidandosi alle performance di Sigourney Weaver e Julianne Moore, accompagnate dalla musica di Pat Metheny. Il coraggio al limite dell’incoscienza di Alice e la fragilità di Theresa trovano nelle due interpreti un doloroso e solidale equilibrio, sovvertendo così un mondo e un film imperfetti.
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