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Dillinger è morto

Regia di Marco Ferreri vedi scheda film

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La recensione su Dillinger è morto

di OGM
10 stelle

Chi ha detto che il pericolo della attuale società della comunicazione risieda nella perdita di individualità e nella sostituzione della realtà con le immagini televisive e gli ambienti virtuali? Per il personaggio interpretato da Michel Piccoli, la tragica patologia proviene dal fenomeno esattamente opposto, in cui l’ego si amplifica all’inverosimile, facendosi regista di un mondo divenuto esso stesso un set. I “mass media” su di lui non operano alcuna massificazione, né fungono da mediatori di alcunché. La tv, il cinema, la radio ed i giornali sono invece gli oggetti di un trastullo autoreferenziale, più onanistico che espressivo, che prosegue, in maniera indifferenziata, sulle persone e le cose reali: queste ultime sembrano soltanto elementi di una scenografia piatta come uno schermo, all’interno della quale egli si sente protagonista assoluto. Così ritiene di poter disporre liberamente delle forme che popolano un universo inerte e puramente decorativo, che può essere riplasmato a suo piacimento, per essere sfruttato, consumato e distrutto. L’approccio moderno dell’”usa e getta” si trasferisce, per continuità, dai prodotti di intrattenimento, fabbricati in serie, agli esseri vitali, di cui l’uomo non è più in grado di apprezzare la preziosa irripetibilità. Tutto, in definitiva, diviene sostituibile, con la semplice noncuranza con cui si cambia una pellicola o si passa ad un altro canale. E tutto è ridotto a sagoma e a colore: la pistola verniciata di rosso, il sangue di un delitto, la polpa dell’anguria, il sole al tramonto sono la suggestiva scia di un’azione che risponde unicamente ad un desiderio estetico deviato, al frivolo gusto di raccogliere dettagli che facciano pendant. “Dillinger è morto” è un film dalla prodigiosa lungimiranza, in grado di intuire, con decenni di anticipo, le degenerazioni dello spettacolo mercificato su scala industriale, destinato a sparire dalle piazze, dagli stadi e dalle sale per entrare, in formato parcellizzato e manipolabile, nelle stanze private di ognuno.

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