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Heavy Metal

Regia di Gerald Potterton vedi scheda film

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La recensione su Heavy Metal

di maso
9 stelle

 

 

Film d'animazione adulta a dir poco epocale in cui le influenze del lavoro di Ralph Bakshi durante gli anni settanta hanno portato la forma e i contenuti ad un livello superiore, per non parlare della colonna sonora che dal titolo tratto da una rivoluzionaria rivista a fumetti marchia a fuoco il film aprendo gli anni ottanta con la messa in mostra della nuova strada da percorrere per gli autori cinematografici che finalmente saranno liberi di esprimere nudismo e sessualità spinta, violenza grafica e una musicalità graffiata dal metallo pesante proveniente dall'hard rock.

Impresso in me è il ricordo di quel febbraio dell'ottantadue, quando il film fu proiettato al cinema Alhambra, il divieto ai minori di quattordici anni non impedì a mio padre di farmi entrare seppur ne avessi solo otto, ed è tutto dire che il giorno seguente quando raccontai che avevo visto questo film a ragazzi di tredici anni fui guardato con invidia perchè il trailer e le notizie uscite sui giornali avevano creato già un'aura mitica intorno alla pellicola.

Il film non è una compilation di Pippo e Paperino e difatti rimasi folgorato dalla scoperta di nuovi argomenti mediante un cartone, il mio occhio giovane fu catapultato senza censura nei mondi fantascentifici descritti nel film in cui violenza, horror, sesso e fantascienza convivono in maniera perfetta e per il tempo erano una novità assoluta, non è un caso che il film fu tenuto in sala per due settimane appena, è ovvio che qualche puritano protestò a scena aperta perchè un veicolo così infantile come il cartone veniva utilizzato per mostrare tette e culi oltre che fiotti di sangue terrestre e alieno.

La prova che "Heavy Metal" fosse anni luce in anticipo sui tempi sta proprio qui, almeno da noi, lo stile grafico è anche notevolmente innovativo, basta pensare all'overture "Soft Landing" con il logo del film che sembra partire da sopra le nostre teste per poi marchiare lo schermo mentre Radio Rider comincia a pompare e nello spazio cosmico, una corvette fuoriesce dal ventre di uno shuttle pilotata da un astronauta, fantasia pura che anche oggi non ha perso il suo fascino in un mondo in cui la penna del disegnatore è monopolizzata dal filtro della consolle.

L'intro conduce alla cornice in cui l'astronauta giunto a casa consegna alla figlia un regalo spaziale, una sfera verde lucente, il Loc-Nar che rivela immediatamente la sua malvagia natura polverizzando l'astronauta e costringendo la impaurita bambina ad ascoltare i racconti intrisi della sua natura malefica, il Loc-Nar è il male.

I sei racconti del Loc-Nar sono tutti graficamente spettacolari oggi come allora, e alcuni restano impressi per le firme mitiche e i contenuti narrativi che influenzeranno molta fantascienza che verrà.

 

 

"Den" di Richard Corben, che racconta di un nerd proiettato su un pianeta lontano dal potere del Loc-Nar trae spunto da Flash Gordon per ambientazione ma ha come protagonista un eroe forzuto lontano parente di He-Man. La sessualità di Den è esplicita fin dalla sua prima battuta "Mi tocca andare in giro con il coso di fuori", il simpatico eroe forzuto salva una giovane prosperosa da un atto sacrificale e viene lasciato in vita dalla regina malvagia ultrasexy per via delle sue misure e ovvie capacità sessuali.

 

  

 

Moebius firma invece la grafica dell'episodio finale che si allaccia in maniera significativa al racconto collante fra il Loc-Nar e la bambina, una specie di western apocalittico in un remoto pianeta in cui il Loc-Nar trasforma dei poveracci esuli in barbari, l'unica che può combatterli è la stupenda amazzone Taarna, l'ultima guerriera degli eletti Taarak è una eroina silenziosa dal fisico mozzafiato e la spada invincibile. Episodio dalla grafica lucente con bellissimi scontri corpo a corpo e una protagonista sexy come e più di una donna in carne ed ossa sagomata sulle forme della modella canadese Carole Desbiens.

 

 

                       

                                                                                  

 

 Tutt'altra ambientazione e grafica nel primo episodio diretto da Ridley Scott in cui guarda un po' l'autore di Blade Runner racconta una storia tipicamente hard boiled: nella New York del 2031 il tassista Harry Canyon deve vedersela con mafiosi del futuro che vogliono impadronirsi del Loc-Nar. Anche questo episodio non manca di erotismo risultando uno dei preferiti dei fans dei fumetti Heavy Metal e Metal Hurlant.

"B-17" ha tutt'altra matrice, molti dicono che sia tratto dalla sceneggiatura embrionale di Alien scritta negli anni settanta da Dan O'Bannon. Questo episodio si discosta un po' dal trend generale perchè l'elemento magico e malvagio del Loc-Nar si sposta sulla terra all'interno di un bombardiere della seconda guerra mondiale. L'horror emerge fortemente in questa storia di zombie, privo di nudo ma ricco di sangue.

 

              

 

"Captain Sternn" imbocca invece la strada della commedia slapstick, fin dai disegni più definiti di Berni Wrightson che narra di un bell'imbusto processato su una colonia spaziale dinnanzi a un pubblico di bizzarre creature.

Il tono ridanciano del film si trasforma in un inquietante monster movie con l'entrata in scena del testimone prezzolato Hanover Fist che subirà le influenze malefiche del Loc-Nar, questo episodio è fulminante divertente e inquietante.

"So beautiful and so dangerous" è quello che risente di una scrittura diseguale ma è ricchissimo di soluzioni grafiche ed omaggi alla fantascienza del passato. Erotismo fra una bella tettona ed un robot, un'astronave dalla linea grafica digitale pilotata da due bizzarri alieni cocainomani completa l'opera sfrontata di Heavy Metal.

Spesso quando si parla di questo film si è quasi costretti ad eleggere l'episodio preferito, la pupa preferita e il brano più travolgente della bella selezione: sarò banale ma Taarna è la bellezza fatta in cartoni animati e la sua avventura è quella che preferisco, la title track di Sammy Haggar è potentissima, grande riff e grande impennata di ritmo sul ritornello epocale -Heavy metal noise - Un rumore di metallo pesante -, molto bella anche All of you del virtuoso Don Felder che per chi non lo sapesse è lo storico chitarrista solista degli Eagles, un brano d'atmosfera intonato ottimamente con il film.

In generale però Cheap Trick, Black Sabbath, Blue Oyster Cult, Devo sono garanzia di grande musica che poggia sul film come il cacio sui maccheroni.                                                                                                                                                                                         

Un consiglio per tutti: se incontrate una donna a cui è piaciuto Heavy Metal sposatela immediatamente.

 

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