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La viaccia

Regia di Mauro Bolognini vedi scheda film

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La recensione su La viaccia

di OGM
8 stelle

La Viaccia, il podere di campagna dei Casamonti, è la terra che, nel contempo, nutre e rovina la famiglia, spezzando le ossa a chi la lavora, e circondando di invidia chi la possiede. Ribellarsi a questo stato di cose, allontanandosi e rinunciando alla propria parte, non significa soltanto infrangere una tradizione, ma anche indebolire un assetto sociale basato sulla continuità, che si fonda in ugual misura sull’unità e sulla divisione. Il tradimento del giovane Ghigo, convertitosi alla vita di città, è dunque una storia che nasce priva di radici, come un casuale spunto libertario, che non può trovare appoggio né costruirsi un traguardo credibile. Il suo peccato di gioventù è decidere di amare ciò che non conosce, che appartiene ad un ambiente alieno, e quindi non potrà mai diventare suo. L’incontro con la prostituta Bianca è la scoperta di una novità che il suo ingenuo entusiasmo trasforma automaticamente in una promessa di felicità. Tanta parte, in questo errore, ha anche la stessa cultura rurale,  l’abitudine alle cose immobili ed eterne che, come il terreno da coltivare, restano lì ferme ad aspettare il contadino, e si tramandano di padre in figlio. La donna di cui Ghigo si invaghisce è, invece, una creatura autonoma, votata per professione all’incostanza e all’autodifesa, e quindi impossibile da sottomettere. La devozione del ragazzo si perde, tra le strade, i palazzi, il viavai della gente di Firenze, come un sasso inutilmente lanciato contro il vento: il turbinio circostante lo avvolge e lo inghiotte, incurante della sua rettitudine e della sua coerenza. Nel nulla si dissolve il  sogno che ha inseguito, e nel nulla precipita ciò che ha abbandonato: Ghigo è come il chiodo estratto dal tassello che, fuori dalla sua sede, diventa inutile e fa anche crollare la struttura.  Mauro Bolognini descrive il suo destino con il tono singhiozzante di una romanza d’amore che incontra l’attrito della realtà, e per ciò non riesce a decollare, e con il cupo accento di una saga familiare che si spegne sotto i colpi di eventi totalmente estranei al suo mondo.

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