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Magnolia

Regia di Paul Thomas Anderson vedi scheda film

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La recensione su Magnolia

di cheftony
9 stelle

 

Ci s'imbatte in strane storie, fatte di coincidenze, di fatalità, di vicende che si intersecano, di come e di perché e di chi può saperlo. E noi di solito commentiamo: 'Beh, se l'avessi visto in un film non ci avrei creduto'. Il parente di qualcuno incontra l'amico di qualcun altro e così via e...l'umile opinione di questo narratore è che di cose strane ne accadono in continuazione. È sempre così, è sempre così e il libro dice: 'Noi possiamo chiudere col passato, ma il passato non chiude con noi.'”.

 

San Fernando Valley, California, in una umida giornata che preannuncia pioggia: Frank Mackey (Tom Cruise) è un giovane fustacchione, autore di un programma televisivo in cui espone un metodo assai maschilista ma garantito per conquistare le donne più belle seguendo il mantra “Rispettate il cazzo e...domate la fica!”.

Frank ha cambiato nome molti anni fa: suo padre, con cui non ha il minimo rapporto da almeno dieci anni, è il vecchio Earl Partridge (Jason Robards), ormai vittima di un cancro sul letto di morte e assistito solo da due persone; queste sono la giovane seconda moglie Linda (Julianne Moore), che ha sposato Earl solo per soldi ma si accorge solo adesso di provare qualcosa per lui, e il premuroso infermiere Phil (Philip Seymour Hoffman).

Un tumore letale è appena stato diagnosticato anche al presentatore televisivo Jimmy Gator (Philip Baker Hall), conduttore della trasmissione “What Do Kids Know?”, nella quale spopola un ragazzino-prodigio, Stanley (Jeremy Blackman), tiranneggiato dal padre.

Non stupisce, dunque, che l'ex bambino-prodigio Donnie (William H. Macy) sia diventato un'anima alla deriva, oppressa e anonima.

Il tumore di Jimmy, tenuto nascosto a tutti, non basta a riconciliarlo con la figlia Claudia (Melora Walters), cocainomane e depressa. Sembra ridarle un briciolo di speranza solo la “visita” di un agente di polizia, il solerte Jim (John C. Reilly), allertato per disturbo della quiete pubblica.

Tutti i nodi verranno al pettine e una strana pioggia laverà via certe incrostazioni...

 

Terzo lungometraggio sceneggiato e diretto da un ancor giovane Paul Thomas Anderson, “Magnolia” è un racconto corale come non si vedeva da tempo: orchestrato splendidamente, magniloquente, massimalista.

Anderson dimostra di avere ben assorbito le lezioni dei maestri del cinema da lui più amati e omaggiati (Altman e Scorsese sono i primi due nomi della lista) e addirittura le rielabora, approdando, dopo il promettente “Boogie Nights”, al film che lo connota come un autore vero e proprio. Fra funzionali piani sequenza e montaggi azzeccati, “Magnolia” genera una sensazione visivamente vorticosa, peraltro supportata tematicamente da una serie di piccole trame concatenate, avvolgenti, sull'orlo del collasso. Al servizio della credibilità delle suddette trame si mette un cast impressionante, a cominciare dai molti feticci di Anderson (con Reilly e il mai troppo compianto Hoffman a spiccare per delicatezza e umanità) fino ad un Tom Cruise proveniente da un'altra prova di livello in “Eyes Wide Shut” di un certo Kubrick e che pure qui dimostra di avere delle capacità.

Sempre a proposito di Kubrick: dopo “2001: Odissea nello spazio” quanta faccia tosta può servire ad un regista per infilare in una scena la celeberrima opera “Also sprach Zarathustra” di Strauss? Tanta, direi. E ce l'ha avuta proprio Paul Thomas Anderson in “Magnolia”. Proprio una certa sfrontatezza, un'eccessiva ridondanza, una conclamata pretenziosità sono i difetti che la critica ravvisava nelle sue prime opere, ma personalmente credo che “Magnolia” sia un affresco sì ambizioso e imperfetto, ma è anche un lavoro suggestivo, ben pianificato, con un finale ormai celebre che lascia sbigottiti e che chiude il film avvicinandolo per epicità al rango di capolavoro moderno. Piccole realtà quotidiane, ordinarie e banali, ruotanti intorno al perdono, alla malattia, alla solitudine e alla disperazione, vengono a far parte di un'astrusa ragnatela di relazioni e, attraverso la casualità e la magia del cinema, diventano spettacolo. That's Hollywood, baby!

 

 

Trailer (in lingua originale) di "Magnolia"

 

 

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