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2001. Odissea nello spazio

Regia di Stanley Kubrick vedi scheda film

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La recensione su 2001. Odissea nello spazio

di Dompi
10 stelle

It’s hard to realize when we made that film we didn’t know what Earth looked like from space from any real distance. All these things had to be imagined.” – Arthur C. Clarke, co-writer 2001: A Space Odyssey

 

Un atto d'amore verso il cinema, capolavoro sensoriale e filosofico della cinematografia mondiale, opera visionaria stilisticamente simbolo della perfezione cinematografica, opera d'arte immortale ed eccelsa, viaggio alla ricerca dell'attrazione infinita dell'oggetto del mistero fino al raggiungimento della scoperta che esso è la proiezione del nostro nuovo Io.

 

"Stanley mi disse che, alla 'prima' di 2001, oltre duecento persone, fra critici e produttori, abbandonarono anzitempo la sala in segno di disappunto."

Così Jack Nicholson inquadra la sorte del film all'uscita nelle sale, sorte triste e sofferta del regista che firmando l'opera più rivoluzionaria di tutti i tempi, non vide riconosciuti il suo genio e il suo immenso talento.

2001 Odissea Nello Spazio è un viaggio verso le profondità dello spazio fisico e umano, viaggio profondo e straordinario che abbraccia nella sua totalità molteplici tematiche, che collidono per diversità e complessità, a partire dall'evoluzione dell'essere umano, dai grugniti dei primi ominidi, per terminare con l'uomo nuovo della fantascienza futura, passando per la concezione astrale e terrena del Monolite come mistero insondabile e come figura totemica che ripercorre interamente la storia dell'umanità.

 

Cosa sia passato nella mente di Kubrick durante la realizzazione di questo capolavoro non ci è dato saperlo, conosciamo però l'impegno assoluto a cui fu dedito in tutta la sua vita da regista verso le sue opere, un impegno d'amore verso il Cinema e verso l'Arte. La scelta di utilizzare "Così parlò Zarathustra" ("Also sprach Zarathustra") di Strauss, colonna sonora tra l'altro scelta da Kubrick dopo la visione di un documentario trasmesso alla televisione, denota una ricerca perfezionista di una sublime fusione tra sensi, vista e udito, per trasportare così lo spettatore dall'alba della preistoria, nella sequenza dell’osso lanciato nel cielo dall'ominide trionfante "Moonwatcher" fino all'anno 2001. Flash-forward più lungo del cinema che ci proietta con un salto temporale di tre milioni di anni nell'ambiente di un'astronave interspaziale.

 

 

Da questo momento in poi il plot assume linearità e diventa facilmente ricostruibile: Lo scienziato Heywood Floyd si reca sulla Luna con l'intento di esaminare uno stranissimo oggetto scoperto al di sotto della superficie lunare: un monolito nero risalente a oltre 4 milioni di anni che sembra puntare direzione verso il pianeta Giove. Gli astronauti David Bowman e Frank Poole hanno il compito di raggiungere il pianeta a bordo della Discovery One pilotata dal computer di bordo HAL 9000, infallibile e dalle capacità di calcolo 

"infinitamente superiori a quelle degli esseri umani".

HAL però commette un banale errore tecnico e i due astronauti Bowman e Poole decidono in merito all'esclusione di HAL dalla missione. La macchina, ora non più infallibile ma emotiva e fragile, provoca la morte di Frank Poole e dei tre scienziati ibernati. HAL però è destinato a soccombere nella sequenza più drammatica del film: l'astronauta David Bowman lo "uccide" lentamente disconnettendo a poco a poco i suoi circuiti elettronici tra le implorazioni commoventi del computer ("Ho paura", "Fermati, David..."), implorazioni verso cui l'astronauta risulta insensibile. Bowman scopre allora il vero obiettivo della missione da un messaggio automatico preregistrato. 

 

Il percorso da qui in poi che Kubrick fa fare a Bowman è verso uno stadio finale in cui l'uomo sparisce come entità fisica e materiale per divenire qualcosa di completamente differente nella sua essenza, di assolutamente complesso e misterioso. 

Viaggio caleidoscopico, indistinto, stupefacente, sperimentiamo insieme a Bowman il contatto con una dimensione astrale parallela attraverso un Tunnel spazio-temporale che ci proietta verso montagne dai colori acidi e forti, vulcani e mari dai colori psichedelici, territori insondabili e misteriosi dalle sfumature rossiccie e profondamente scure fino al raggiungimento dell'enigmatica e stanza settecentesca, caratterizzata da un arredamento spartano e dal bagliore biancastro del pavimento che segna la fine del nostro viaggio e del viaggio di Bowman.

 

 

Ma il viaggio è apparentemente finito. 

 

L'astronauta dalla tuta rossa è invecchiato dal viaggio metafisico e temporale e invecchiato ora siede con una vestaglia nera su una sedia consumando del cibo. Qualcosa attira la sua attenzione, sposta il braccio e un bicchiere di cristallo cade omaggiando e citando l'amato film di Kubrick "Quarto Potere". Lo sguardo dell'astronauta volge verso la camera da letto. Il suo corpo è ora trasposto immobile nel letto. Vecchio e morente, il Monolito compare davanti allo sguardo dell'astronauta il quale, bramoso di toccarlo, accenna ad un movimento, indicando con la mano destra tutto il suo desiderio e la sua volontà di acquisire l'essenza dell'oggetto onirico e metafisico. Una carrellata proietta il nostro sguardo verso il nero lucido del Monolito che si fonde con l'oscurità insondabile dello spazio.

 

E' successo qualcosa.

 

Bowman rinasce a nuova vita fra le stelle sotto forma di feto. E' l'Eterno Ritorno nietzschiano, l'agognato Super Uomo che tramuta la propria essenza nelle vesti del "bambino delle stelle" che scruta dal cielo astrale la nostra Terra sulle note immortali di Richard Strauss.


"2001 Odissea Nello Spazio è il mistero insondabile del cosmo, della vita e del tempo così inestricabili e complessi da lasciare l'uomo senza parole. Così tutto deve essere lasciato sospeso, affinché ognuno abbia la facoltà di immaginare il lungo viaggio dell'uomo nel modo a cui è più consono. Bisogna solamente lasciarsi trasportare, stimolare, e godere dell'infinito."

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