Regia di James Mangold vedi scheda film
Un film di grande sensibilità che cerca, nei limiti di una produzione hollywoodiana, di affrontare il delicato tema della pazzia e del suicidio che argomentano problemi tutt'ora attuali e presenti nella società. Con il suo volto angelico e tormentato, la straordinaria Winona Ryder aderisce completamente al dramma e allo spaesamento della diciottenne Susanna Kaysen, che trascorse due anni in un'istituto d'igiene mentale.Il regista dirige con un ritmo incalzante un'operazione necessaria, attenta alle sfumature dei personaggi e dei vari momenti della vicenda ma che forse è stata troppo in fretta tacciata di deja vu a causa dell'inevitabile confronto con ONE FLEW OVER THE CUKOO'S NEST.Alla descrizione dell'esperienza all'interno dell'istituto e dei rapporti spesso difficili tra le varie internate si alternano alcuni flashback in cui la protagonista rievoca episodi della sua vita all'esterno, per sottolineare che alla sua crisi d'identità si accompagnava quella di un'intera nazione. Era il 1968, con la guerra in Vietnam, la hippiness, la rivoluzione dei costumi, l'omicidio di Bob Kennedy e di Martin Luther King. E a riguardo tocca al suo boyfriend Jared Leto dire "Sta cambiando tutto quanto".Purtroppo Susanna si renderà conto troppo tardi di qual'è il limite che separa normalità e follia e la sua complicità con la sociopatica Lisa non farà che ostacolare il suo processo verso un presunto recupero. Più che all'energica, gustosa e molto sopra le righe performance di Angelina Jolie, l'Oscar andava alla Ryder e alla colonna sonora, vere colonne portanti di un film toccante e commovente.
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