Espandi menu
cerca
Il cuoco, il ladro, sua moglie e l'amante

Regia di Peter Greenaway vedi scheda film

Recensioni

L'autore

Kurtisonic

Kurtisonic

Iscritto dal 7 agosto 2011 Vai al suo profilo
  • Seguaci 87
  • Post 2
  • Recensioni 430
  • Playlist 4
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Il cuoco, il ladro, sua moglie e l'amante

di Kurtisonic
8 stelle

1989, con questo capitolo Peter Greenaway raggiunge la massima forza espressiva del suo cinema, usando con la provocazione e la trasgressione, il linguaggio a lui più consono che è quello dell’arte. Intesa come vero e unico strumento rivoluzionario, destinato a migliorare l’uomo ma non a salvarlo da sé e dalla  propensione alla distruzione del  suo mondo, della cultura, della storia. Il cuoco,il ladro etc completa  le tematiche del regista, che come in un ricco menù le offre agli astanti, facendo scegliere loro quale contenuto estrarre, quale lezione cogliere, quale gusto assaporare dall’esistenza. La vicenda a tinte forti si svolge per atti dalla cadenza giornaliera in cui un volgare e violento personaggio Albert Spica, si reca in un ristorante raffinato per mangiare, insieme ai suoi accoliti e la moglie Georgina, e durante la sua permanenza nel locale libera tutta la sua ferocia e l’arroganza di chi può disporre della vita altrui con l’esercizio del proprio potere. Non tutto però è sotto il suo controllo, la moglie lo tradisce con un cliente amante della lettura. L’elemento portante del film è il cibo, per il corpo, per la mente, per l’anima. Quello materiale, manipolato dal cuoco elaborato in piatti ricercati è destinato ad un consumo unicamente fisico, corporale, deteriorabile, disprezzato dalla volgarità dell’uomo, Spica, a cui interessa solo sfoggiarne la costosa presentazione, ma poi ignorando il vero sapore della natura e del lavoro che richiede. E’ il simbolo della società opulenta, dalla pancia strapiena a cui interessa alimentare solo la propria avidità, in attesa della decadenza, della morte sociale. Georgina è insoddisfatta e cerca l’appagamento sessuale per sfuggire alla disumanità del marito, del quale tuttavia non rinnega gli agi ed il benessere sfacciato. Comunque l’elemento femminile viene raffigurato come l’unico che sul piano morale può contrastare l’uomo e dominarlo, come in qualche misura fa con l’amante, il docile e passionale Michael, che si illude nella pura teoria dei libri, nella parola scritta, di trovare degna e certa soluzione di salvezza. I loro incontri saranno protetti dal cuoco, intento a cucinare ma non esente dal giudicare le gesta del mostruoso e ricco cliente. Il cibo per l’anima è ciò che resta, sullo sfondo della sala del ristorante un grande quadro testimonia la grandezza dell’arte in una delle sue più belle espressioni (e lo è anche per il regista), con lo studio, l’attenzione, la sensibilità, la volontà, si coglie l’essenza della materia, in cucina come fra i corpi degli amanti, ed il cuoco rappresenterà la sintesi delle rappresentazioni artistiche, l’unico in grado di mostrare quello che è, l’uomo nella sua carne, nella sua spiritualità, nella sua condizione smembrata da ogni naturalità, solo con la verità del suo essere.  Greenaway si serve di un’ambientazione scenica ricca di particolari, con luci che cambiano a secondo dell’ambiente in cui l’azione si svolge, (il regista ama la pittura e i giochi di colore), le immagini sono forti e disturbanti e quando il film fu ultimato ebbe alcune difficoltà di distribuzione. Lo stile barocco e ridondante ne conferisce l’aspetto eccessivo ed alcune scene sono disgustose, ma il film è ben costruito,  e controllato dall’occhio critico di Greenaway. Michael personaggio teorico finirà soffocato dalle pagine del testo della rivoluzione francese, il cuoco, cioè l’artista “aiuterà” Georgina solo dopo avere verificato la volontà iconoclasta e irrinunciabile del suo terribile disegno, così che il gesto artistico acquisti un senso al di fuori del tempo e sia portatore di verità.  Metafora sociale anche a sfondo politico, Il cuoco, il ladro etc, contiene riferimenti simbolici facilmente individuabili ma che la mano del regista spinge a fondo nello svelarsi come mai aveva fatto prima, spogliandoli della veste più intelletuale, dandone una consistenza fisica e reale, anche se già il precedente I misteri del giardino di Compton House  comprendeva buona parte dei contenuti esplicitati  in questo film. 

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati