Regia di Jan De Bont vedi scheda film
Remake del capolavoro di Robert Wise “Gli invasati” (1963).
Jan De Bont, ottimo regista specializzato in blockbuster d’azione quali “Speed” (1994) e “Twister” (1996), si cimenta stavolta con l’horror servendosi di un cast all star.
Al silenzio, alle ombre e a quel terrore introspettivo che avevano caratterizzato il primo film del ’63, qui troviamo un tripudio di effetti speciali. Pare un’accezione negativa, eppure il gioco funziona, nonostante non regga il confronto con l’originale.
“Haunting – presenze” riesce infatti nel creare e mantenere un’atmosfera tetra e gotica, giocando di accumulo ed eccesso e dando corpo a qualche sequenza davvero raccapricciante, come quella dove il fantasma nuota nel lenzuolo e il volto di un bambino emerge dal cuscino sul quale dorme Lily Taylor. Difficile poi dimenticarsi quegli angioletti dagli occhi vuoti, i soffitti o le porte “gelatinose” o il grande oscuro camino del salone principale.
Citato e parodiato fino allo sfinimento, “Haunting” è un gioco kitsch e debordante, un modo di fare cinema che oggi appare superato e che per tale motivo suscita un pizzico di sana nostalgia.
Un piccolo difetto sta forse nella presenza di Owen Wilson, volto (pseudo)comico che ammortizza la cupezza della pellicola, ma i fan dell’horror, e nello specifico di certo gotico “cormaniano” vecchio stampo, avranno comunque di che leccarsi i baffi.
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