La recensione su La nona porta

Voto 7.5 - E dire che gli horror che trattano la tematica del satanismo non li guardo mai perchè proprio non li reggo, eppure in questo caso la trama è riuscita a rapirmi. Sono rimasta assoggettata quasi subito dalla visione perchè pervasa da una morbosa curiosità... forse questo non è il miglior lavoro di Polanski, ma non è certamente un buco nell'acqua. Chi però si aspetta il solito clichè di sequenze sanguinolente, discese o entrate nel buio più totale ed apparizioni improvvise di mostri o fantasmi spaventosi rimarrà deluso perchè questo è un film 'graficamente pulito' e più che altro ricco di una tensione psicologica che brucia a fuoco lento e che si avverte soprattutto in quei momenti di silenzio in cui il protagonista Dean Corso è alla ricerca o alla scoperta di qualcosa d'importante. Bastano solo i suoi penetranti occhi scuri spesso smarriti e confusi, a comunicare ansia allo spettatore. Ogni suo gesto, guizzo ed espressione lascia intuire quanto egli stesso sia soggiogato dal fascino del male. Il punto di forza di questo film è lo stile torbido attraverso il quale spiega e al tempo stesso non spiega i fatti, rivela e al tempo stesso non rivela i misteri che aumentano sempre di più e soprattutto fa credere e poi smentisce dubbi e sospetti perfino durante le sequenze finali. E' un horror psicologico per menti intelligenti che più che seguire e godersi una storia con tutti i suoi enigmi, amano intuirli e decifrarli ancor prima che vengano risolti e spiegati o che ogni gioco giunga al termine. Dunque, anche se non si può di certo lodare Polanski per aver scelto un soggetto veramente originale, bisogna riconoscergli il merito di averlo saputo illustrare in maniera comunque particolare, efficace ed intrigante. Esoterismo e stregoneria non sono nuovi nel cinema Polanskinianio che è ancora una volta riuscito a rendere affascinante il suo soggetto oscuro e perverso.

La trama è ben strutturata e rivela approfondendo - anche se mai totalmente forse - il suo background man mano che scorre attraverso lo sguardo attento di tutti quegli spettatori che amano risolvere gli enigmi. Così, una serie di morti orribili, ma seguenti un ordine prevedibile e quasi indispensabile, una missione azzardata eseguita ad un certo punto con irrazionalità dal protagonista, un'inquietante caccia del gatto al topo per la conquista del potere supremo, riti e simbolismi satanici, distinzioni rischiose tra il bene e il male qui mostrati come due grandi forze contrapposte, alcune identità ambigue, un pizzico di conturbante erotismo e finalmente la scopertà della verità e dei veri scopi dei protagonisti rende questo film forse non un capolavoro del genere, ma comunque un valido prodotto e per dirla tutta, l'epilogo tanto criticato per me è stata la parte più interessante tra tutte proprio perchè di soluzione sfuggente, tutta da capire...

Roman Polanski

Ha fatto un buon lavoro.

Johnny Depp

In un ruolo tanto inquietante non ce lo avrei mai visto, eppure ha saputo interpretarlo con la giusta postura asciutta ed un po' cinica. Un insieme di sguardi profondi, duri, insofferenti, meravigliati e sconvolti quando l'occasione lo richiedeva, rendono la sua prova molto valida. Ancora una volta Johnny ci ha dimostrato la sua duttilità e versatilità.

Frank Langella

Perfettamente calato nel ruolo. Ha sempre avuto quel nonsochè di inquietante.

Lena Olin

Brava.

Emmanuelle Seigner

Che interpreti una creatura angelica o diabolica non viene chiarito, però s'è rivelata l'incarnazione perfetta dell'ambiguità fatta in persona.

La colonna sonora

Incisiva ed adeguata.