Regia di Peter Kassovitz vedi scheda film
Ridere e morire negli oscuri e orribili anni del nazismo. Il filone tragicomico sull’Olocausto (“La vita è bella”, “Train de vie”) si arricchisce di un altro capitolo. La vocazione chapliniana a passare dal riso al pianto, dal sorriso alla commozione, è la nuova e vecchia sfida dei comici e degli ex comici. Questa volta, infagottato in un cappottone spigato e decorato con le stelle della vergogna e dell’idiozia, è Robin Williams a rileggere, in chiave lieve, le giornate, il coro, il folklore, le difficoltà di “ vivere senza futuro” in un ghetto ebraico della Polonia occupata. L’attore presta la sua faccia da clown triste a Jakob, il proprietario di un caffè che ascolta casualmente un notiziario sull’avanzata delle truppe sovietiche e da quel giorno è costretto a inventare bollettini e dispacci per tenere alto il morale della comunità. Una radio immaginaria sintonizzata sulle frequenze della speranza.
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