Regia di Peter Kassovitz vedi scheda film
L'altra faccia di Train de vie diventa quella sbrigliata di Robin Williams che prova ad affrancarsi dalle sue solite maschere nel tentativo di rendere accettabile il Dramma (e con tempi, di sempre più frequenti e bizzarre tesi negazioniste... si dovrebbe insistere a tappeto nella fruizione di pellicole similari...). Jakob rappresenta lo spirito che sopravvive, un qualcosa che a noi affogati di libertà ed opulenza sfugge da un pezzo. Una risorsa contro la disperazione, una reazione che profuma d'irrazionale. Perchè la condanna deve passare attraverso il dileggio, il solo disprezzo ci rende complici di ogni barbarie. Un'operazione modello Good morning Vietnam, per tributare forza e colore alla condanna, per non renderla sterile constatazione, impotente denuncia.
Jakob diventa un soldatino senza fucile ne divisa, deciso a giocarsela la guerra, ma senza andare "oltre il giardino". Il contrario de Il pianista: fenomenale Forrest Gump da olocausto...
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