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Eyes Wide Shut

Regia di Stanley Kubrick vedi scheda film

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La recensione su Eyes Wide Shut

di AlbertoBellini
10 stelle

 

Bill, un medico senza alcuna qualità, entra in crisi quando la moglie Alice gli racconta i suoi sogni di tradimento e quando una sua paziente gli confessa il suo amore davanti al cadavere del padre. Bill vagherà per una notte intera, alla ricerca del proprio se stesso.

 

Eyes - Wide - Shut. E fu così che giunse alla conclusione. 'Eyes Wide Shut', ovvero, uno di quei rari casi in cui arrivo a nutrire un rispetto, verso un'opera d'arte, elevato al punto che, per alcuni, potrebbe sembrare totalmente fuori contesto. Sarà che Stanley Kubrick è Stanley Kubrick, sarà che ci troviamo di fronte al testamento di una vita e carriera indispensabili per chiunque, sia cinematograficamente parlando che (sopratutto) non, ma io personalmente, una risposta non l'ho ancora trovata. 'Eyes Wide Shut' potrà senz'altro non essere una delle più grandi opere dell'Autore statunitense, potrà anche non valere un centesimo speso per la realizzazione di 'A Clockwork Orange' o '2001: a Space Odyssey' e la mano di Steven Spielberg (Kubrick morì prima che l'opera fu completata) potrà aver rovinato il tutto ma, nonostante io mi trovi in assoluto disaccordo su tutti i punti, è innegabile il fatto che ogni singola inquadratura di 'Eyes Wide Shut' contenga in essa una consapevolezza e maturazione tale da chiedersi se il Genio dietro a tutto fosse realmente un essere umano. L'ultima opera "Kubrickiana" si colloca in un universo cinematografico di pura prepotenza e fragilità, tanta perfezione da risultare imperfezione. In un certo senso, 'Eyes Wide Shut' è il riflesso opposto nello specchio di 'Shining': se Jack Torrance era "libero" di sfogare la propria malvagità creativa, i protagonisti, il medico Bill e la moglie Alice, si ritrovano in un malato mondo di pregiudizi, impossibilitati (o in difficoltà) nell'aprire se stessi alle proprie tentazioni. 

 

 

E se dietro quella maschera da medico infelice si celasse, in realtà, proprio Kubrick? L'intera nottata passata a vagare per le strade di New York in cerca di un qualcosa capace di soddisfare simboleggia il testamento di cui parlavo poco fa. Strade brulicanti di oscurità, violenza, piaceri sessuali, strade che compongono la vita dell'uomo, di Kubrick, bloccato in un punto senza via d'uscita: è finalmente giunto il momento di porre fine alla guerra contro l'umanità e la propria malattia? No, ed è inutile negare il fatto che quel momento non arriverà mai. Un Monolito poggiò la propria possenza su di noi e, da quel giorno, la razza umana abbracciò un'evoluzione tale da risultare poi impossibile sfuggire a quello che possiamo definire 'The Dawn of the Man', l'alba, l'alba del tramonto. Tutti noi sentiamo un certo bisogno di tradire, come Bill viene incatenato all'interno di un vortice di punti interrogativi e fantasie erotiche dell'alta società newyorkese. La maschera, unica chiave d'accesso per una fuga dal mondo quotidiano, si ripresenterà nel letto del medico, a fianco della moglie, tormentata anch'essa da sogni e tentazioni, scaturirà milioni di domande nello spettatore e nel protagonista, che scoppierà in un pianto dirotto.

 

La colonna sonora, ultimata dal fedele amico Spielberg, è per molti il difetto principale della pellicola. Per il sottoscritto è semplicemente eccellente: le musiche inquietanti si amalgamano alla perfezione con le inquietanti immagini, facendo risultare così l'intero prodotto coerente con se stesso. L'accoppiata Tom Cruise (Bill) - Nicole Kidman (Alice), marito e moglie ai tempi, risultano più che perfetti nei propri rispettivi ruoli, regalandoci due interpretazioni, al contrario delle mediocrità giornaliere, maestose ed invidiabili da chiunque. Inutile dirlo, ottimo anche il resto del cast, composto da Sydney Pollack (Victor Ziegler), Marie Richardson (Marion), Rade Šerbedžija (Milich), Todd Field (Nick Nightingale), Vinessa Shaw (Domino), Sky du Mont (Sandor Szavost), Fay Masterson (Sally), Leelee Sobieski (figlia di Milich), Thomas Gibson (prof. Carl Thomas) e Madison Eginton (Helena Harford). Questo è 'Eyes Wide Shut', l'apoteosi di un Maestro la cui ricerca tecnica e morale resterà per sempre scolpita nelle pagine della storia.

Eyes - Wide - Shut. Fu così che giunse alla conclusione.

 

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