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Eyes Wide Shut

Regia di Stanley Kubrick vedi scheda film

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Enrique

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La recensione su Eyes Wide Shut

di Enrique
5 stelle

Pessimismo ed inanità esistenziale, a braccetto, nell’ultima, “provocante” opera del Maestro.

http://www.millenniumquest.co.uk/_img/pics/EWS_Nicole_Kidman_010.jpg

La finzione della gioia nell’oliata coreografia dell’ordinaria vita familiare perde smalto, col tempo.

L’ombra del dubbio, nell’ipocrisia del rapporto familiare, fomenta turbamento e infrange schemi routinari consolidati.

Nel sonno della ragione (non solo della moglie), “mostri” seducenti e spietati non tardano ad allettare (ed allietare) i volubili.

Un sogno che - volta precocemente al termine la sperimentazione del rito iniziatico - si tramuta presto in incubo. Un incubo, peraltro, destinato a protrarsi ancora a lungo nell’intimità debosciata di quel rapporto (cui, infine, ripiega l’esistenza vuota degli esclusi).

http://nofilmschool.com/sites/default/files/uploads/2014/07/EWS-scehe-616x346.jpeg

 

Prima del suo ultimo “viaggio” il Maestro ci lascia un’opera dall’iconografia eloquente ed incisiva, ma di enigmatica dignità. Un’opera che stuzzica il voyeurismo morboso del protagonista (e, parzialmente, quello dello spettatore) tramite un accenno fugace di eros prestato al gioco dello smascheramento; previa immersione in una dimensione macabra e greve; volgare e deprimente: quella di un’impenetrabile élite sociale (quella cui vorrebbe accedere il protagonista medesimo): nonché di un ceto sociale (alto-borghese) leggermente più ampio (quello di cui già fa parte il protagonista); e di un nucleo sociale decisamente più ristretto (quello familiare, da cui “i protagonisti”, momentaneamente, rifuggono).

scena

Eyes Wide Shut (1999): scena

Ci lascia (il Maestro) un orecchio prestato a confessioni traumatiche ed uno occhio gettato sul vuoto imperante (che affascina e inorridisce). Dopodichè una decisa, ma indolore, “strigliata” ed il camuffamento della polvere sotto il tappeto dell’alcova coniugale completano l’imbarazzante quadretto e rendono ancora più amaro il congedo (dal Maestro).

Il quale padroneggia sempre molto bene l’arte dell’estetica mista a suggestioni decadenti; e che sa come miscelare (ed esasperare) le tinte fosche del proprio rarefatto barocchismo visivo e scenografico. Ma che si perde, non poco, nel tentativo, faticoso, di astrarre, dal nitore delle immagini, la metafora dello specchio nel quale si guardano conformisti e benpensanti. E (nel tentativo) di essa affrancare da sofisticate pastoie esegetiche (dense di onirismo selvaggio ed inclini al delirio psicoanalitico).

http://lh6.ggpht.com/_ze4VQj8ynbM/TM7NXIsjcNI/AAAAAAAAAT4/42mMy3tM0nc/eyes-wide-shut-mask_thumb%5B2%5D.jpg?imgmax=800

 

Dio solo sa cosa avremmo potuto giudicare se al Maestro fosse stato concesso, per maggiore clemenza, un po’ più di tempo...

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