Trama
Clim va a trovare in carcere Bebé, ingiustamente imprigionato da un poliziotto razzista (Bebé è nero), per dirgli che è incinta. I due si conoscono da sempre e anche i familiari sono di casa. Lo sfondo è Marsiglia, con i suoi vicoli e i suoi panni stesi, le sue razze e le sue forti contraddizioni. Sarà la madre della ragazza a trovare la testimone "invitata" a riconoscere Bebé e poi fuggita a Sarajevo, sua terra d'origine.
Note
La morale sembra suggerire il seguente assioma: l'unica risposta al mondo bastardo sono i figli. Ma la militanza dell'autore va oltre, con i buoni nettamente da una parte e i cattivi dall'altra, senza paura di esagerare. Affiatata la squadra degli attori: Ariane Ascaride è la moglie del regista (nonché protagonista di tutti i suoi film), Meylan è il suo miglior amico (nonché interprete di tutti i suoi film), Lare Raoust è una dolce e determinata Clim, Alexandre Ogou lo scultore innamorato di Bebé. Si evoca Léo Ferré (attraverso "Avec le temps") e si chiudono i pugni come in un film di Ken Loach.
Recensioni
Clim va a trovare in carcere Bebé, ingiustamente imprigionato da un poliziotto razzista (Bebé è nero), per dirgli che è incinta. I due si conoscono da sempre e anche i familiari sono di casa. Lo sfondo - come sempre nei film di Guédiguian: vedi, per esempio, “Marius e Jeannette” (1996) - è Marsiglia, con i suoi vicoli e i suoi panni stesi, le sue razze e le sue forti ma vitali… leggi tutto
2 recensioni positive
Il carcere come luogo estremo, luogo in cui sopravvivere o morire, evadere o (a volte) riscattarsi.
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E' sicuramente cinema militante, ma animato da passione sincera. A tratti poetico, nelle stradine di una Marsiglia dove i più deboli hanno il cuore più grande. Lo stesso regista ha dichiarato di aver voluto una una storia in cui la tolleranza e la solidarietà fossero più forti del razzismo. E non si può negare al cinema il diritto di sognare...
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Clim va a trovare in carcere Bebé, ingiustamente imprigionato da un poliziotto razzista (Bebé è nero), per dirgli che è incinta. I due si conoscono da sempre e anche i familiari sono di casa. Lo sfondo - come sempre nei film di Guédiguian: vedi, per esempio, “Marius e Jeannette” (1996) - è Marsiglia, con i suoi vicoli e i suoi panni stesi, le sue razze e le sue forti ma vitali…
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