Regia di Darren Aronofsky vedi scheda film
Vero debutto di questo regista che fa scelte anche temerarie e diverse e che non guarda a spese mai. Qui affronta con vero istinto cinematografico un tema che potrebbe far sobbalzare chiunque dal punto di vista cinema, come quello della matematica e lo coinvolge in maniera efficace nel genere, ma che con il genere non si confonde mai. La scelta cromatica stessa lo stempera non poco da un gusto di suspense fine a sé stessa, un bianco e nero efficace ed alle volte accecante, che ci riporta quasi alle basi di un espressionismo cinematografico concreto. Un'ossessione del protagonista che si allarga a noi spettatori, un'atmosfera kafkiana che determina e mette in luce le vere scelte del regista che non sono quelle che la storia propone. Il regista con questo film, che vinse al Sundance, si mise in mostra nel panorama mondiale, determinando e non tradendo mai quello che è il suo progetto cinematografico, sempre con scelte diverse, mai artificiose, e pur con qualche limite e debolezza di racconto, cinematograficamente giuste. Qui la linea è intransigente e decisa non demorde mai nel suo intento di costruire un racconto paranoico a tutti gli effetti, fino ad un finale autolesionista, ma significativo al massimo livello. Il film è breve e proprio per questo mantiene una concentrazione fortissima e mai sprecata, tutto si risolve nella storia del sguardo nel sole, che da bambino il protagonista ha fatto e che si ripete nel suo pensiero fino alla fine
Una storia interna efficacemente raccontata
Ottimo e promettente debutto
Volto particolare, ma molto epsressivo
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