Regia di Vincenzo Natali vedi scheda film
Un regista canadese, di provenienza italiana, che ha un'idea poi che gli hanno copiato in diversi casi,e di cui hanno fatto sequels. La storia è dentro una trappola che prefigura la lotta bestiale, che avviene nella vita esterna, ma molto più dilata, e rinchiusa, come si dimostra con i topi , mette a repentaglio le varie umanità in preda alla paura della trappola ed alla forzata convivenza strettissima. La suspense curatissima è in mano ai calcoli matematici o a delle coordinate, che al cinema giocano sempre bene il concetto di tensione e di mistero. I calcoli sono precisi, ma la sorpresa che c'è, è un altro concetto da tenere conto, dato che l'involucro ha un suo movimento mutevole, che sconvolge le regole fino ad allora tenute per certe. La lotta per raggiungere la salvezza è senza risparmio di tensione e decisamente senza umanità, ed infatti si salverà solo l'innocenza pura. Un film singolare, che forse guardato oggi lo vediamo simile ad altri, ma che visto all'epoca, è stato senz'altro un atto di coraggio cinematografico e sfida. Il regista riesce a coinvolgerci pienamente nella storia, dandoci quell'aria claustrofobica ed arrabbiata, ed è un Kafka al cubo, nel vero senso della parola
storia claustrofobica che ha un'ottima resa
ottima idea e realizzazione scenica
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