Regia di Francis Ford Coppola vedi scheda film
E' un film che si disvela poco a poco, che non ha fretta di mostrarsi, che non segue le regole e i ritmi stereotipati di Hollywood e che quindi non si mostra immediatamente allo spettatore, ma lo accompagna poco a poco nelle azioni. Il punto centrale non è risolvere "il mistero" seguito alle intercettazioni dei due individui che vengono pedinati, ma piuttosto è lo scavo interiore dell'intercettatore Caul/Hackman. E' un viaggio nei suoi dubbi, nella sua coscienza, nella sua solitdine, nei suoi incubi, nei suoi sensi di colpa, nella sua religiosità, sempre precari, ambigui, insicuri. E' la figura di Caul il centro nevralgico del tutto, magistralmente interpretata da un Hackman grandioso nelle sue movenze e nelle sue espressioni mai sopra le righe e mai fine a se stesse.
Coppola dirige "La conversazione" senza sfarzo, con una regia mai ridondante in cui oltre al vedere dà importanza al sentire e al percepire.. Il regista italo-americano mischia la realtà all'onirico in maniera eccellente senza spiegare tutto ciò che accade, ma lasciando un alone di mistero, di insoluto che crea ancora più disagio allo spettatore di questo piccolo microcosmo di stampo orwelliano e perchè no kafkiano.
Di sicuro una delle opere più importanti degli anni settanta e non solo
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta