Espandi menu
cerca
Matrix

Regia di Andy Wachowski, Larry Wachowski vedi scheda film

Recensioni

L'autore

FilmTv Rivista

FilmTv Rivista

Iscritto dal 9 luglio 2009 Vai al suo profilo
  • Seguaci 242
  • Post 80
  • Recensioni 6309
  • Playlist 6
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Matrix

di FilmTv Rivista
8 stelle

Amico: guardati attorno, apri chi occhi, (ri)prendi co(no)sc(i)enza, esci dal letargo. Il mondo non è altro che una gigantesca Realtà Virtuale dove non conti più niente, sei un numero da giocare al superenalotto, una spina dove inserire il programma che più aggrada a chi davvero detiene il potere, vuole controllare e gode nell’annientare personalità, individualità, sogni, speranze, lotte. Il secondo film dei fratelli Wachowski è un film di resistenza sulla Resistenza. Quella operata da un gruppo di hacker buoni, comandati dal carismatico Morfeo (Dio del Sonno) e guidati da colui che loro reputano essere l’Eletto, vale a dire Neo (il Nuovo), forse solo un impiegato di una società di software o forse il vero “Piccolo Buddha” tanto atteso (è Keanu-Johnny-Mnemonic-Reeves), il Siddharta che lo stanco Pianeta Terra di fine secolo e di fine millennio sta aspettando per rigenerarsi e ribellarsi. Da buon partigiano, Neo con coraggio affronterà poliziotti talmente forti da far impallidire il ricordo di Terminator; e, soprattutto, sfiderà se stesso, i propri limiti, le gabbie mentali dentro alle quali ogni persona s’intrufola per timore di non farcela, di non essere all’altezza. Certo, siamo sempre dalle parti del Bene contro il Male: “Matrix” - un nome in codice che sottolinea “l’origine” da cui, probabilmente, ciascuno di noi proviene - è una sorta di gigantesco utero che ingoia tutti e ciascuno; e i soldati di Morfeo sono il Settimo Cavalleggeri (sotto c’è sempre il western) pronto a intervenire, come d’abitudine, quando la Carovana è circondata. Ma il fascino di questo musical a fibre ottiche dove i personaggi ballano al ritmo del “chip to chip”, è nella geniale commistione di generi e stili, di atmosfere e umori: John Woo, Bruce Lee, un po’ di Bruckheimer’s Touch, fumetti manga, Asimov e Gibson (sia nel senso di William che del Mel di “Arma letale”), effetti speciali che azzerano in due ore il pur recente fantasmagorico passato, filosofie orientali e New Age, comic-book, sesso (poco), bugie (molte) e videogame.

 

Recensione pubblicata su FilmTV numero 20 del 1999

Autore: Aldo Fittante

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati