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Ferdinando e Carolina

Regia di Lina Wertmüller vedi scheda film

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Fanny Sally

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La recensione su Ferdinando e Carolina

di Fanny Sally
5 stelle

Mentre suo padre Carlo sostituisce il fratello ascendendo al trono di Spagna, il giovane Ferdinando ancora poco più che bambino diventa il nuovo sovrano del ricco ma disomogeneo Regno delle Due Sicilie. Cresciuto tra gli agi e i lazzi, si dimostra più interessato alle prodezze amatorie piuttosto che alla politica, e tenta con ogni mezzo di evitare un matrimonio combinato con una delle eredi di Maria Teresa d’Austria, dinastia tra l’altro colpita più volte dal vaiolo. Ma la sua riluttanza alla fine viene vinta dall’incontro con la bellissima ed esuberante Maria Carolina che, con la sua determinazione e astuzia, diverrà la sua consorte e la vera regina di Napoli.

 

L’incursione di Lina Wertmuller nella biografia storica è un film pittoresco, sbruffone e irriverente come il protagonista che ne è voce narrante, un immaturo e gaudente sovrano incarnato dall’ancora misconosciuto Sergio Assisi, verace attore napoletano consacrato dalla fiction televisiva, affiancato dall’altrettanto ignota Gabriella Pession (in seguito sua partner sia sulla vita sia sul set), nei panni della regnante di origine austriaca. Tra i due c’è forte intesa (la stessa regista se ne accorse scegliendoli), e le schermaglie sono piuttosto divertenti e ben interpretate, ma ciò non basta a colmare i vuoti di una sceneggiatura povera e un po’ ripetitiva, che ignora totalmente il peso politico e storico dei due protagonisti, accennando sbrigativamente a personaggi ed episodi di rilievo (l’espandersi degli ideali illuministi, i moti napoletani, Luisa San Felice, la Massoneria). L’intento leggero e spensierato dell’opera è comunque ben chiaro sin dalle prime battute e dallo stesso titolo, poiché ci si sofferma unicamente sulla rappresentazione in chiave di commedia della bizzarra storia d’amore, tra l’altro considerata solo nelle sue fasi iniziali. Nel cast anche Isa Danieli e Carlo Croccolo.

Si apprezzano i costumi e la recitazione, ma lo sguardo acuto e dissacratorio della Wertmuller con un soggetto del genere poteva indubbiamente produrre di meglio.

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