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La colazione dei campioni

Regia di Alan Rudolph vedi scheda film

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Tiaz gasolio

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su La colazione dei campioni

di Tiaz gasolio
6 stelle

La colazione dei campioni – La Recessione.
La Colazione dei Campioni è stato presentato allo staff della Recessione come un film pessimo, tanto merdoso da essere costato 12 milioni di dollari per poi incassarne appena 178.000. Con una premessa del genere, la maggior parte delle persone assennate avrebbe lasciato perdere, ma guardare un film che è stato snobbato da tutto il grande pubblico pur avendo al suo interno attori del calibro di Bruce Willis e Nick Nolte è proprio un lavoro da Recessione. D'altronde, per leggere assennate recensioni di film d'autore, si sa, questa non è la pagina giusta. Lo so, lo so che i due attori sopracitati non ci hanno sempre regalato grandi film, però per la maggior parte dei casi hanno recitato in pellicole che almeno erano guardabili.
Ma veniamo a questa Colazione dei campioni, che ci catapulta in una cittadina centro americana di quelle stereotipate senza tempo, che sembrano ferme in un loop spazio temporale che va dagli anni '60 a metà degli '80. In questo paesino dimenticato dal signore vive l'acclamato Dwayne Hoover, interpretato da Bruce Willis, padrone della più grande concessionaria del paese, idolo del luogo grazie soprattutto agli spot che girano sulla televisione locale che lo ritraggono sempre pronto ad offrire nuove promozioni mettendoci la faccia, e proponendo qualche gag banale. Intorno a Willis ruotano svariati personaggi, tutti abbastanza bizzarri. Abbiamo la moglie apatica strafatta di xanax, il venditore Nick Nolte con la passione per i completi da donna che ha paura di essere scoperto, la segretaria amante logorroica, il figlio gay cantante. La funzione di tutti questi personaggi è quelle di spaccare il cazzo al povero Willis e, per circa una ventina di minuti dall'inizio, ci sembra di guardare una versione di Un giorno di ordinaria follia, rigirato per le famiglie. Ad ogni minuto che passa ci aspettiamo e speriamo che Willis inizi a fare una strage del sottobosco di cagazzo che lo circonda, lasciando lo spettatore smarrito nel comprendere come questa storia si possa evolvere senza un eccesso di estrema violenza. In contemporanea alla vita di celebrità di paese di Willis, il regista ci mostra il viaggio di Kilgore Trout, interpretato da Albert Finney, scrittore di fantascienza pubblicato sulle peggiori riviste erotiche degli States, che inaspettatamente viene invitato come ospite principale alla fiera del libro della dimenticata cittadina centro americana. La domanda che sorge spontanea è: ”che c'entrano le due storie tra loro?” Per buona parte della pellicola sembrerebbe un cazzo e, anche se le due story-line riescono a mantenere l'interesse nello spettatore, si fatica a trovare un filo conduttore che possa riunire il tutto. Forse da ignoranti medi non riusciamo a comprendere il messaggio che lo scrittore Kurt Vonnegut volesse dare al suo pubblico quando ha scritto il libro da cui il film è stato tratto. Forse questo messaggio non l'ha compreso nemmeno il regista. In conclusione, La Colazione dei campioni è un film di merda? La risposta è no, perché per quanto sia assurda la visione onirica dello scrittore contrapposta alla caduta nella pazzia del venditore d'auto, il film riesce a mantenere alto l'interesse dello spettatore accompagnandoci verso un finale non così inaspettato ma neanche troppo scontato.
per insulti anche non costruttivi.
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La Recessione #larecessione

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