Regia di Terrence Malick vedi scheda film
Ritengo "La sottile linea rossa" di Terrence Malick, seconda versione dell'omonimo romanzo di James Jones, uno dei film più importanti dell'ultimo ventennio. Non solo e non tanto per la sua portata filosofica ("dove l'Io si frange in un gruppo di personaggi che si dibattono per capire la morte, la vita che sfugge, la natura estranea in cui sono immersi e che al tempo stesso li aiuta ad andare al fondo di se stessi" - scrive Paolo Mereghetti sul suo dizionario), quanto per la capacità di rinnovo formale cui il regista è giunto dopo una pausa ventennale dal suo ultimo film, "I giorni del cielo", e progetti abortiti come una pellicola sulla vita di Jerry Lee Lewis. La freschezza della steadycam, la purezza di una luce che lambisce le foglie, la bellezza struggente di un controluce o la potenza di un ralenti raggiungono qui una nuova intensità. Sul finire del millennio scorso, ma forse già oltre quello iniziato, un oratorio per oggi e per sempre.
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