Regia di Christian De Sica vedi scheda film
Inutile e banale riproposizione di De Sica jr. di un vecchio successo interpretato (per 2 volte) dal padre Vittorio. Sarebbe d'altronde impossibile far bene quando non si riesce ad uscire dalla maschera (di bello e simpatico) di cui si è prigionieri.
Christian De Sica è uno che riesce a rovinare tutto quel che tocca. Qui si cimenta con il remake de “Il signor Max” di Mario Camerini, film degli anni '30 in cui suo padre Vittorio interpretava il ruolo del sedicente giovane conte Max. Il film era peraltro stato già rifatto con successo da Giorgio Bianchi, con il titolo “Il conte Max”, e con lo stesso Vittorio De Sica ora nel ruolo del vecchio conte decaduto e Alberto Sordi in quello del giovane giornalaio. Premetto di non aver visto il film di Camerini, ma sì che ho visto e apprezzato quello brillantemente interpretato dalla coppia De Sica (senior)-Sordi, e al cospetto questo di De Sica junior è assolutamente impresentabile. Il problema di fondo -oltre alla banalità di diversi passaggi e dialoghi- è l'incapacità ormai cristallizzata di Christian De Sica di interpretare un personaggio che non sia se stesso, ossia bello, piacione, simpatico e vincente. E questo per un attore è gravissimo. In questo caso, ad esempio, il finto Max dovrebbe essere un personaggio patetico, certamente un perdente, ma ciò non è nelle corde del Nostro, che finisce invece col banalizzare il tutto. E la scelta della Muti come spalla non aiuta certo a migliorare le cose. La scena in cui balla la danza del ventre è -oltre che del tutto gratuita- di un ridicolo offensivo. Da dimenticare il finale, ancor peggio del resto della pellicola. Il film è, come si legge nei titoli di testa, dedicato ad Antonello Falqui: l'avrà preso come un complimento o come un insulto?
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