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Festen

Regia di Thomas Vinterberg vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Festen

di ohdaesoo
9 stelle

"Peppe, l'hai mai visto questo?"
1998, Giacomo entra in camera mia con una videocassetta in mano.
Festen.
Gli dico che no, non l'ho mai visto, gli dico di lasciarmi la vhs e poi lo guardo.
Parliamo di Dogma, di questo strano decalogo fatto lassù in Danimarca da dei registi che non abbiamo mai sentito nominare. Uno di quelli, Trier, diventerà negli anni forse il mio regista preferito, l'altro, Vintenberg, uno di cui vedrò solo due film, questo Festen che adesso tengo in mano io, non Giacomo, e l'altro, più di 10 anni dopo, sarà Il Sospetto, uno dei pochi 10 della mia carriera da scribacchino.

Dopo 17 anni mi riguardo Festen e me lo ritrovo davanti mastodontico, impressionante, enorme.
Fu il primo e unico Dogma di Vintenberg come del resto Idioti fu il primo e unico di Trier.
Il decalogo è rispettato del tutto solo qua, anche se negli anni molti prenderanno come opere del Manifesto altre che in realtà non lo sono.
Una ricchissima famiglia si ritrova in un lussuosissimo albergo/villa proprietà della stessa.
C'è da festeggiare il sessantesimo compleanno del pater familias.
Buffo come 10 anni dopo sarà proprio Trier, nell'immenso Melancholia, ad operare una scelta narrativa simile.
Un matrimonio al posto del compleanno ma per il resto simo lì. il primo tempo di Melancholia è un richiamo fortissimo a Festen.
Arrivano gli invitati, si scambiano abbracci e cortesie, come sei bella cara, ti trovo bene, il lavoro come va?, non vedevo l'ora di rivederti.
L'atmosfera è serena anche se c'è quel fratello, pecora nera della famiglia, che dà già qualche segnale di squilibrio. Beve troppo, è un mezzo animale, lo sanno tutti, facciamo finta di niente.
Il fratello a posto invece è lì, regala sorrisi ma ha la bocca che gli trema, chissà, è emozionato.
Oppure magari starà ripensando alla sorella morta suicida da poco in quella stessa villa.
Sua sorella gemella, che riposi in pace.
Vintenberg si muove camera a mano e luci naturali in quel bailamme di gente che si muove, che arriva, che si siede, che ride, che scherza, che finge.
Viva Helge, viva i suoi 60anni! e giù discorsi e brindisi.
Poi si alza Michael, il figlio buono e riuscito nella vita, il gemello della ragazza suicida.

SBAM
Volevo ringraziare mio padre, mio padre che portava me e mia sorella nel suo stanzino e poi ci stuprava entrambi. Buon compleanno papà.

Il primo colpo è forte, ben assestato, quella strana creatura chiamata ipocrisia, perbenismo, finzione ed etichetta un pochino accusa il colpo.
Ma basta una barzelletta e una canzoncina e la creatura torna serena.

SBAM
Volevo scusarmi con mio padre per prima e ringraziarlo perchè è l'assassino di mia sorella.

La struttura trema un pò di più, i sorrisi iniziano un pochino a mostrare gli angoli della loro finzione. Ma c'è sempre qualche altra barzelletta, ci saranno sempre altre barzellette per nascondere la verità.

SBAM
E te mamma vedevi il babbo che abusava di noi, hai visto il suo cazzo dritto, e sei uscita fuori. Spero che muori.

Adesso il virus, l'agente patogeno sta diventando troppo forte. fuori di qua, meniamolo, portiamolo fuori, leghiamolo a quell'albero.
Sì, ma la creatura ha intorno tanti altri virus pronta ad attaccarla, c'è il cuoco, ci sono le cameriere, c'è il fidanzato negro dell'altra sorella, ci sono tutti quelli che non fanno parte di quella famiglia ma quella famiglia la odiano. E vogliono distruggerla. Quella famiglia non può andare via di qua, non fino a che non crolla su sè stessa.

La creatura barcolla, una nuova canzoncina prova a tirarla su e poi

SBAM
Non so se troverete questa lettera ma volevo solo dirvi che non ce la faccio più, voglio lasciare questo mondo, sogno ancora mio padre che viene a prendermi.

La creatura è a terra.
Non servono più i vestiti eleganti per mascherare la merda che c'è sotto.
Non serve più la parola famiglia per mascherare cose che con la famiglia non c'entrano niente.
Non serve più l'ipocrisia quando ti hanno strappato di dosso la maschera a forza.
Non servono più le convenzioni quando non hanno più la terra sotto per proliferare.

Che sfortuna però. il padre ha scelto il cartellino verde, chissà che c'era scritto nell'altro, magari niente di che, magari tutti avrebbero mangiato tranquilli.
Meno male che lo hai scelto, ci hai regalato Festen.

E adesso è mattina, torni in vestaglia a scusarti e a dire che tutto è finito, non mi rivedrete più.
Hai vinto Christian, adesso puoi sorridere.
Prendi lei, adesso sei libero di farlo, sei libero di amare.
Prendi lei ed esci di là.
C'è la vita che aspetta là fuori.
Vita nuova.

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