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Il Pap'occhio

Regia di Renzo Arbore vedi scheda film

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La recensione su Il Pap'occhio

di mm40
4 stelle

Arbore, reduce da innumerevoli successi radiofonici e televisivi (l'ultimo in ordine di tempo è L'altra domenica), scrive - con De Crescenzo - e dirige il suo primo film puntando decisamente in alto: satira politica, religione, una sentita critica alla società italiana ed alla televisione, evidente specchio dei tempi che corrono. Non per niente questo film è rimasto 'oscurato' (leggasi censurato - nonostante la Rai l'abbia co-prodotto!) per circa vent'anni e, anche successivamente, non ha goduto di grande popolarità. Fra l'altro l'ironia di Arbore è piuttosto leggera e scanzonata, davvero innocua e l'immagine del papa è rappresentata con bonomia e senza alcun intento neppure vagamente offensivo: i soliti psicodrammi democristiani. Nota fondamentale: questo film, parto principalmente della mente del citato Arbore, non sarebbe però lo stesso senza Benigni, che compare frequentemente e mette in scena alcuni monologhi dei suoi, davvero irresistibili (si permette di affacciarsi al bancone papale, nonchè di colloquiare con dio); per tutti gli altri interpreti, bravi o meno bravi, simpatici o ininfluenti, più o meno presenti, il discorso è un altro: Arbore ha bisogno di loro per allestire una specie di circo personale, un baraccone di fenomeni, ma si tratta di attrazioni sostanzialmente rimpiazzabili, numeretti che lasciano il tempo che trovano (Abatantuono che fa l'arcangelo Gabriele, Marenco, Luotto, la Rossellini, così pure come per il simpatico cameo della Melato e quello di Martin Scorsese, ai tempi sposato con la Rossellini: nulla di indigeribile, ma neppure di trascendentale). Il Pap'occhio non ha pretese di uniformità, di coerenza o di grandi significati già dal titolo, ma è una commediola atipica (per i contenuti, per come è strutturata, per l'aura di pura goliardia di cui è circondata), a suo modo coraggiosa, sicuramente divertente, per lo meno a tratti, ed ancora più sicuramente divertita. E di Arbore, che qui cura anche le musiche, ce ne vorrebbero mille in Italia: ricordiamolo (anche) soltanto per l'apparizione, nel finale, di quel signore barbuto con scritto 'deus ex machina' sul mantello, che sale su una Panda e si invola verso il paradiso. Sublimemente demenziale. 5,5/10.

Sulla trama

Il Papa, in calo di popolarità, decide di fondare una tv. A dirigerla chiama lo showman Arbore, che si precipita in Vaticano con tutta la sua sgangherata compagnia...

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