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Sposami papà

Regia di Alberto Sordi vedi scheda film

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La recensione su Sposami papà

di LorCio
4 stelle

L’epilogo professionale di Alberto Sordi è stato forse uno dei più tristi in assoluto della storia del cinema italiano. Anziché lasciarsi dirigere da registi che sapevano girare come cristo comanda (Ettore Scola in Romanzo di un giovane povero, ma anche Luigi Magni con In nome del popolo sovrano) o comunque da onesti artigiani che in qualche modo riuscivano a “contenerlo” nei ranghi del suo istrionismo pur in pellicole dimenticabili (Sergio Corbucci in Sono un fenomeno paranormale, Tonino Cervi in L’avaro), Sordi decise assai discutibilmente di non affidarsi a nessuna guida né tantomeno di costruire film che non campassero solo del famigerato contenuto, convinto di riuscire a captare ancora il mood di una popolazione della quale è stato, per almeno vent’anni, espressione massima.

 

L’ultimo quarto di secolo della carriera di Sordi si districa così tra le belle trovate del giudice pre-tangentopoli, dell’editore simil-berlusconiano, del tassinaro a New York, del vetturino nostalgico… e basta, cioè non andando oltre l’idea del personaggio (ossia il suo ruolo) e senza una struttura narrativa, un impianto cinematograficamente dignitoso, un parco attori serio, una direzione affidabile. Incontri proibiti era nato come l’incontro tra la romanità d’antan di Albertone con le forme procaci della romanità contemporanea di Sabrina Ferilli, solo che la Ferillona si defilò e al suo posto fu infelicemente scelta Valeria Marini. Film non del tutto privo di una sua suggestione di grazia di fondo più mesta che malinconica, commedia che non fa mai ridere forse per scelta e fin troppo patetica per coinvolgere davvero, non è il peggior prodotto registico del grande attore (Assolto per aver commesso il fatto era peggio, per dire).

 

È qualcosa di diverso: è una triste conclusione del lavoro di un attore spettacolare che non è mai diventato il regista che quell’attore avrebbe meritato nella fase terminale di una carriera da urlo. Troppo impegnato a gestire la propria presenza sullo schermo, Sordi dimostra di non aver imparato la grammatica cinematografica di base (inquadrature da soap opera, doppiaggio fuori sincrono) e rinuncia ad alleggerire la sua prestazione sovente sopra le righe e a non volersi far affiancare da attori decorosi (qui si segnalano soltanto il ritorno dell’elegantissima Franca Faldini, assai simpatica ma un po’ arrugginita, e il cammeone di Gisella Sofio, e stop). Fu un tremendo flop tanto da indurre De Laurentiis a ritirarlo e a riproporlo col titolo Sposami papà, che venne poi trasmesso nel giorno della scomparsa di Albertone, giusto per farcelo rimpiangere ancor di più.

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