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Armageddon. Giudizio finale

Regia di Michael Bay vedi scheda film

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La recensione su Armageddon. Giudizio finale

di port cros
3 stelle

Indigesto disaster movie, inverosimile e zeppo di errori. Ma il difetto peggiore è l'enfasi fracassona di Michael Bay, che si sente in dovere di frastornare lo spettatore con un montaggio iper-concitato e una vera e propria pornografia delle esplosioni, inframmezzate da scene inutilmente lagnose.

 

Fin dai titoli di testa ci becchiamo il primo grossolano errore: la rappresentazione della caduta del meteorite che 65 milioni di anni fa portò all'estinzione di massa dei dinosauri lo vede colpire un continente americano dal profilo geografico attuale, mentre all'epoca i continenti avevano conformazioni diverse. E' soltanto il primo di una serie di svarioni, tra cui spicca il bruciare di incendi nello spazio, fatto vietato dalle leggi della fisica, che costellano la pellicola di Michael Bay.

 

Ma tali errori non costituiscono in realtà il difetto peggiore del disaster movie del 1998, uno degli indiscussi piloni della riesplosone del genere nella seconda metà degli anni 90. Lasciamo perdere l'inverosimiglianza della trama, con i trivellatori petroliferi privi di qualsiasi esperienza spaziale inviati dalla NASA in missione su un meteorite per salvare il mondo, quella la si potrebbe facilmente perdonare ad un bel film di fantascienza.

Il peggio è lo stile registico di Michael Bay, formula poi replicata nel corso di tutta la sua commercialmente fortunata carriera, mirato a frastornare lo spettatore, con un montaggio indiavolato in cui i fotogrammi durano uno o due secondi, non lasciando il tempo di concentrarsi su nulla di ciò che avviene sullo schermo prima di essere catapultati in un'altra sequenza d'azione. Così anche le sequenze spettacolari non c'è il tempo di assaporarle e quelle della corsa contro il timer della bomba atomica risultano svuotate di ogni suspense, che si perde nel fracasso di una concitazione esasperata.

Altro metodo di frastornamento sensoriale sono le continue deflagrazioni: se in un disaster movie possiamo certamente attenderci di assistere ad eventi distruttivi, qui siamo però alla pornografia delle esplosioni, gettate dentro a piene mani per il solo gusto di veder cose scoppiare.

 

scena

Armageddon. Giudizio finale (1998): scena

 

Per quanto riguarda i personaggi, il triangolo Willis (padre apprensivo finto burbero dal cuore d'oro) – Affleck (giovane scalpitante) - Tyler (figlia ribelle ma affezionata) risulta la ripetizione molto scontata di una formula già vista e stravista. In generale le caratterizzazioni dei personaggi sono tutte stereotipate, coi non protagonisti scritti al solo scopo di fornire un intermezzo comico (Steve Buscemi interessato solo al sesso con stripper e minorenni) o commovente (Will Patton il padre separato che non vede il figlioletto da anni).

Quando si tratta di commozione appunto, anche qui Bay deve calcare la mano, pompando musiche lagnose e altri mezzucci strappalacrime sui momenti drammatici inframmezzati alle sequenze di azione.

 

Così quella che poteva essere almeno una dignitosa pellicola di intrattenimento fantascientifico e catastrofico risulta, nonostante il ritmo indiavolato, un mattone indigesto di cui si può salvare ben poco oltre la canzone “I don't want to miss a thing” scritta da Diane Warren interpretata dagli Aerosmith.

 

 

Alla fine la cosa più interessante che ho ricavato dalla rivisione dopo oltre vent'anni (da adolescente l'avevo visto al cinema e già allora non mi era piaciuto) è stato notare il segno dei cambiamenti culturali nel frattempo intervenuti, con diverse scelte di sceneggiatura che oggi sarebbero improponibili in un film hollywoodiano, come l'anti-ambientalismo di un protagonista positivo che prende a pallinate da golf una nave di Greenpeace, una squadra di salvatori del mondo composta interamente da maschi con la protagonista femminile che rimane sulla Terra in trepida attesa o le battute “simpatiche” sul sesso con le minorenni.

 

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