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Jackie Brown

Regia di Quentin Tarantino vedi scheda film

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La recensione su Jackie Brown

di Utente rimosso (jagger)
8 stelle

Terza fatica di Tarantino (se si esclude "Four rooms", come lui stesso vorrebbe che si facesse) e vero gioiello noir.
Non è stato facile pensare a cosa avrebbe fatto il regista dopo un esordio fulminante ("Le iene") e un cult che ha cambiato le regole del cinema ("Pulp fiction"). La risposta è "Jackie Brown". Qualcuno lo ha giudicato "il primo film romantico di Quentin", presupponendo che il nuovo corso del regista sarebbe stato su questi binari. Qualcun altro ha ritenuto la pellicola un esercizio di stile privo della sostanza dei film precedenti. Personalmente lo ritengo, invece, il film più completo e lucido realizzato da Tarantino, dotato di un cast strepitoso (cominciando da un De Niro splendidamente dimesso per finire con una Pam Grier eccellente che si concede compiaciuta al regista, suo fan dai tempi dei sexy/action B-movies anni '70), da una colonna sonora da brivido e da una sceneggiatura eccellente. 
Da una struttura noir da film sulle truffe, il film scopre presto le carte e mostra un microcosmo di delinquenza che gioca le sue mosse con la furbizia per sopperire alla stupidità, e che sopperisce a sua volta di fronte all'intelligenza degli avversari. Perchè è di questo che il film è composto, ovvero dal gioco a quattro che che viene messo in moto da altrettanti concetti: stupidità, furbizia, intelligenza e genio. La stupidità crea danni a sè stessa e agli altri; il furbo si convince di essere intelligente ma riesce a beffare soltanto gli stupidi; l'intelligente gioca sottomesso a regole che, in realtà, sa plasmare a suo piacere vincendo (basta che l'intelligente sia motivato, e il furbo perde. La motivazione dell'intelligente? La paura della vecchiaia e la ricerca di una nuova chance). E il genio? Il genio è Tarantino, che sa mischiare le carte rendendo godibile e folle una storia dalla struttura d'acciaio, riuscendo a trasmetterla al pubblico attraverso al "filtro-pellicola", con dialoghi favolosi e invenzioni visive che sanno trasformare in cinema puro anche una persona che attraversa un corridoio.
Dopo questa opera matura e sofferta, Tarantino sarebbe successivamente tornato (in modo più consistente) a fare quello che più gli piace, giocando divertito coi generi ed enfatizzando le sequenze che più lo hanno colpito da ragazzino. Che piaccia o meno il suo cinema in generale, comunque, guardare o rivedere "Jackie Brown" è sempre un piacere.

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