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Arancia meccanica

Regia di Stanley Kubrick vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Arancia meccanica

di maldoror
10 stelle

ALEX, ovvero IL PINOCCHIO RIBALTATO

 

Quanti avevano pensato o, per meglio dire, si erano accorti delle numerose analogie che intercorrerebbero tra la vicenda di Alex e quella del burattino di Collodi? Sicuramente non sono stato il primo, così come, probabilmente, non sono stato neanche il primo a pensare che la "morale", l'assunto di fondo di Arancia meccanica, fosse un ribaltamento di quello della favola di Pinocchio, che, come ormai un po' tutti sanno, altro non è che un racconto di iniziazione esoterico ispirato dai principi massonici.

 

Il Pinocchio-burattino è l'uomo nel suo stato - in tutti i sensi - infantile, vale a dire meccanico (per dirla con Gurdjieff), mosso dall' istinto che lo porta esclusivamente al soddisfacimento dei propri impulsi primari, e ignaro di quali siano la vera natura e il motore della propria "macchina".

Anche Alex è un bambino. Rappresenta l'Es, l'inconscio, l'Uomo nel suo stato primordiale. Lui non ha scelto il Male, è malvagio perchè lo è la natura umana (e sul fatto che Kubrick la pensasse così credo non possano sussistere dubbi: basti pensare alla scimmia antropoide di 2001, che nel momento in cui acquisisce l'intelligenza la mette immediatamente a disposizione della violenza e dell'istinto di sopraffazione e di potere, o al Jack Torrance di Shining, che viene convinto dai fantasmi dell'Overlook Hotel ad uccidere moglie e figlio solo in quanto questo desiderio era già latente in lui), ma la sua è una malvagità ludica, infantile per l'appunto, addirittura spensierata (proprio come la gazza ladra di Rossini).

 

Alex è il Male, si, eppure nella sua figura non c'è nulla dei toni cupi e macabri con cui l'estetica e la morale Cristiana hanno sempre rappresentato questo tema, anzi...si potrebbe perfino arrivare a dire che Alex sia l'Anticristo in persona, con tanto di riferimenti iconografici cattolico-cristiani (il serpente che tiene sotto il letto, la "caduta" mostrata in soggettiva qundo si butta dal balcone, preludio, tra l'altro, alla sua "rinascita" finale, o ancora, i numeri 665 e 667 messi in bella mostra sulle divise dei due ex-drughi ora diventati poliziotti nella scena del tentato annegamento, i quali, posizionati uno alla sinistra e l'altro alla destra di Alex, lasciano intuire che il "numero mancante" sia proprio il 666 sulla giacca di quest'ultimo; senza contare il fatto che leggendo la Bibbia si delizia immaginando di flagellare il Cristo).

 

Ma torniamo alle analogie con Pinocchio.

In Collodi, il punto di svolta della storia si ha quando il burattino, inghiottito dal pescecane, giura a Dio che diventerà buono e che rimedierà ai torti fatti agli altri se questi gli permetterà di uscire dal ventre del mostro e di tornare sulla terra.

In Kubrick, il punto di svolta si ha quando Alex, anche lui ritrovatosi nel ventre della balena-carcere, deciderà di sottoporsi alla cura Ludovico pur di tornare in libertà.

Ma è proprio nel carattere della cura Ludovico che si ha la prima sostanziale differenza: la cura non rende Alex veramente buono, in quanto provocherà in lui un condizionamento soltanto superficiale, che non andrà ad intaccare la sua vera natura, laddove invece Pinocchio sente per la prima volta un vero e proprio bisogno di redenzione.

A questo punto, entrambi i personaggi andranno incontro ad una punizione da parte del Fato, ad una ritorsione da parte di coloro che nella prima parte dovettero subire le loro malefatte. Ma mentre Pinocchio, dopo aver pagato i propri debiti e aver finalmente dimostrato alla Fata una autentica purezza di cuore, andrà incontro alla tanto agognata metamorfosi da burattino a essere umano (cioè a essere dotato di Coscienza e finalmente disposto a lavorare presso la Scuola), per Alex andrà diversamente.

Dopo il tentativo di suicidio (la "caduta" biblica) e la visita della psichiatra-Fata Turchina, gli effetti della cura Ludovico svaniranno, e ciò gli permetterà di tornare a essere quel malvagio che era al punto di partenza e che non ha mai cessato di essere, questa volta al servizio del potere.

 

Ma prima di tirare le somme col classico e prevedibile "dunque per Kubrick l'uomo è un animale violento e malvagio per natura e qualunque tentativo di progresso, di evoluzione umana o spirituale resterà sempre un'illusione", vorrei concludere con una riflessione di carattere forse un po' più personale.

Credo che uno dei tanti spunti di riflessione offerti dal film, consista nella possibilità di valutare la differenza fra due tipi di violenza: la prima è quella di Alex, la seconda è quella istituzionale. in Alex, come dicevo prima, la malvagità non è prodotto di un perversione, di una corruzione di base, ma l'espressione immediata della natura umana, e di una naturale ricerca del piacere: Alex uccide perchè ciò lo diverte, punto.

La violenza esercitata su di lui dal Governo attraverso la cura Ludovico, invece, è di tipo molto differente: è una violenza che si pone uno scopo ultimo, che non sta nel piacere derivante dall'hic et nunc della "tortura", ma che si serve della manipolazione dell'altro (che è già una forma di perversione) per arrivare ad un obiettivo di carattere sociale e politico: dare visibilità al Governo, vincere le elezioni, e quindi, in ultimo: il Potere.

Si potrebbe continuare a riflettere qui sul rapporto fra questi due aspetti della violenza mostrati dal film, quello individuale/naturale da un lato, e quello sociale/politico dall'altro. Ma la cosa su cui troverei interessante riflettere è: quale tipo di violenza sembra "prediligere" Kubrick fra le due, o, per meglio dire, quale sarebbe la meno peggio? Chi viene caratterizzato in maniera più sgradevole, l'accattivante, bello, intelligente Alex, o l'ipocrita e ruffiano politicante? Io credo personalmente che il vero obiettivo di Kubrick, la sua vera preoccupazione, fosse l'atrocità della cura Ludovico. Non tanto per una questione filosofica, ma probabilmente perchè dietro l' "invenzione" della cura Ludovico, si cela un'allusione a  delle realtà di cui Kubrick era sicuramente a conoscenza, vale a dire a quegli esperimenti di controllo mentale che i nazisti prima, e i servizi segreti americani poi (e non è certo un caso che il Dott. Strangelove sia "un po' nazista" e "un po' americano"), stavano e avrebbero continuato a mettere in pratica fino ad oggi, vedasi esperimenti MK-Ultra/Progetto Monarch, la cui esistenza è stata ormai ampiamente provata e ammessa.

Lo so, questa recensione si è conclusa come una delle tante filippiche complottiste che ormai abbondano in rete attorno alla figura di Kubrick (sinceramente spero di no!), ma infondo, dopo Il dottor Stranamore, nel quale ci viene spiattellato chiaramente che gli americani e i nazisti lavorano tranquillamente gomito a gomito, e, per l'appunto, la cura Ludovico di Arancia meccanica, cos'è quel festino orgiastico al quale avrebbero partecipato "alcuni degli uomini più potenti della terra", come dice Ziegler a Tom Cruise nel finale di Eyes wide shut, se non un ultimo ed esplicito tentativo da parte di Kubrick di additarci e metterci in guardia contro quelli che sono i veri nemici del mondo di oggi?

 

 

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