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Arancia meccanica

Regia di Stanley Kubrick vedi scheda film

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La recensione su Arancia meccanica

di cinefilodoc
10 stelle

Di Arancia Meccanica, pellicola firmata da Stanley Kubrick esattamente 43 anni fa, a colpire è innanzitutto il titolo. Quest'espressione tipica dell'East London proviene, seppur espressa in maniera differente, dal libro da cui è stato poi tratto il film del mitico regista. Il manoscritto del 62 di Anthony Burgess si intitola appunto "Arancia ad orologeria" (A Clockwork Orange.) che nell'uso comune significa praticamente "mai credere all'apparenza". Qualcosa o qualcuno che esternamente sembra innocuo e amabile, potrebbe invece avere dentro i meccanismi di una bomba pronta ad esplodere. Burgess chiari' ulteriormente il concetto affermando che: "una creatura che può solo fare il bene o il male ha l'apparenza di un frutto amabile caratterizzato da colore e succo, ma in effetti internamente è solo un giocattolo a molla pronto a essere caricato da Dio, dal Diavolo o dallo Stato onnipotente, e a far scattare la propria violenza, appunto, come un mero e semplice congegno meccanico caricato a molla.". In sintesi si potrebbe dire che l'arancia raffigura l'uomo, che proprio come il frutto ha diverse sfaccettature. C'è infatti l'arancia più matura e quella meno matura,stessa cosa si può dire degli uomini, siamo diversi tra di noi e sono proprio le differenze a renderci speciali. In seguito ad una manipolazione e alla conseguente perdita del libero arbitrio, non si è più degli uomini ma bensì' delle macchine: delle ARANCE MECCANICHE. Ogni uomo deve avere il diritto di scegliere tra il bene e il male. E come sosteneva lo stesso Kubrick: sarebbe meglio che scegliesse di propria volontà il male piuttosto che il bene impostogli da qualcun'altro.

 

 Arancia Meccanica parla di Alex DeLarge, un giovane che insieme alla sua banda, "i Drughi", si diverte a fare del male agli altri. Dopo una sosta al Korova Milk Bar, locale caratterizzato dalla presenza di enormi statue di donne nude contenenti una particolare droga, essi si divertono andando a derubare e picchiando la gente. La violenza per lui rappresenta una fonte di piacere, qualcosa di bello e appagante come la musica, ed in particolare Ludovico Van (Beethoven), di cui è grande estimatore. Ci sono dunque tutta una serie di contrasti (l'accostamento musica-violenza e sesso) e dualismi: il bianco che di solito rappresenta la purezza ma che qui è il colore del siero contenente la droga che Alex assume. Ad un certo punto egli finirà in carcere non opponendo alcuna resistenza, anzi' collabora al processo di rieducazione e si mostra gentile verso le guardie e nei confronti del parroco. Infatti, come sostiene Burgess, una creatura che può solo fare il bene o il male è solo un giocattolo a molla pronto a essere caricato da di Dio, dal Diavolo o dallo Stato onnipotente. Alex viene infatti sottoposto a "La cura Ludovico", e la visione di immagini di violenza causano in lui un turbamento talmente forte da portarlo al vomito ogni qualvolta è intento a causare violenza o a fare sesso. Lo stato è riuscito nel suo intento di rendere "buona" una persona, e di ridurre cosi' i carceri, ma Alex può essere definito realmente guarito o è diventato soltanto una macchina? Kubrick mette in risalto ciò. Usa la violenza per combatterla, arriva addirittura ad ironizzarla. Mitica la scena in cui Alex fa irruzione nella casa di uno scrittore ed inizia a torture lui e a stuprare la moglie cantando Singin' in the Rain, e l'esilarante accelerazione del sesso sulle note del Guglielmo Tell di Gioachino Rossini. 

All'epoca dell'uscita nelle sale, il film fu criticatissimo e causò scalpore nel pubblico e nelle autorità. Venne presentato alla Mostra del cinema di Venezia nel 1972 causando l'indignazione dei politici dell'epoca presenti alla proiezione, tanto da essere vietato ai minori di 18 anni (divieto che rimarrà in vigore fino al 2007). La verità è un'altra. Secondo quanto affermato dal responsabile della censura inglese, da loro il film passò tranquillamente e non fu vietato. Essi infatti ne riconobbero la grande qualità e capirono il motivo per cui Kubrick aveva mostrato quelle scene di violenza. Ma fu la prima volta che un ministro volette visionare in anteprima il film, il resto potete immaginarlo. La pellicola di Kubrick in particolare, con la scena finale, ci presenta lo stato come il principale colpevole, ciò che ha fatto è addirittura peggiore di tutto il male che Alex ha inflitto agli altri. La differenza è che il ragazzo non si rendeva conto di ciò che faceva (era sotto l'effetto di droghe), lo Stato invece aveva un piano ben preciso: ridurre le carceri. 

La pellicola presenta una regia pazzesca, un incredibile cura dei dettagli, delle luci,dei colori. Magistrale l'uso del grandangolo. Malcolm McDowell dà una performance indimenticabile. Ottimo il doppiaggio, supervisionando dallo stesso Kubrick, per il quale furono scelti attori teatrali per ricreare il particolare modo di parlare dei drughi.  Una sola parola: INDIMENTICABILE.

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