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Strade perdute

Regia di David Lynch vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Strade perdute

di spaceship
10 stelle

LA TRAMA SPIEGATA:Strade Perdute è stato frettolosamente bollato come un film incomprensibile. In realtà presenta una visione estremamente razionale e lineare:rappresenta,assieme a Mulholland Drive, INLAND EMPIRE e Eraserhead,il genio di questo autore e del suo cinema sperimentale. L' atmosfera suggestiva,la ricchissima simbologia -soprattutto psicanalitica-che si trova in questo film ,la scomposizione del racconto in una trama APPARENTEMENTE senza senso ,ma in realtà costruita sulle immagini rende a mio parere questo film un gioiello per la mente e per gli occhi,un piccolo capolavoro,un'opera d'arte post moderna. Lynch ci guida in un mistero da incubo che con un po' di attenzione può essere risolto.

Sulla trama

Fred (Bill Pullman) ha il sospetto che la moglie lo tradisca. Una sera,mentre suona in un locale,telefona a casa ma nessuno risponde,nonostante la moglie Renee gli avesse assicurato che non sarebbe uscita. Fred torna a casa,la coppia cerca di fare l’amore ma egli non riesce perchè ha il tormento. Poi racconta un sogno dove la moglie “sembravi tu ma non eri tu” (anticipo dell’alter ego Alice). I giorni seguenti Renee trova sulla soglia di casa delle videocassette ,la prima con la veduta esterna del loro palazzo,la seconda in cui vengono ripresi lui e la moglie a letto. Fred va a una festa. Trova un uomo misterioso con il volto completamente bianco che gli dice di essere stato lui a registrare quei video con il permesso di Fred stesso (questo uomo che il protagonista incontra al party di Andy è chiaramente una sua proiezione interiore. Al suo incontro infatti i rumori dell'ambiente circostante svaniscono all'improvviso lasciando il dialogo in un totale isolamento dal contesto in cui si svolge l'azione. Già a partire da qui la scena assume una dimensione tutt'altro che realistica. L'uomo misterioso gli passa il cellulare mostrandogli che è nel frattempo sia davanti ai suoi occhi che a casa sua. "Qual'è il trucco?" chiede il protagonista. Non c'è alcun trucco evidentemente se non un richiamo narrativo /visivo sul fatto che, non potendo possedere il dono dell'ubiquità, la scena è solo una rielaborazione mentale di Fred che proietta le sue colpe – i suoi delitti - su qualcun altro.). La terza videocassetta Fred la guarda da solo,la moglie è scomparsa. La cassetta riprende il suo omicidio. E’ bene soffermarsi su questo punto del film : durante questa visione - quella in cui si vede lui di fianco al corpo squartato della moglie - l'immagine disturbata e in bianco e nero viene alternata a stacchi a colori ,sempre della stessa scena a cui il protagonista sta assistendo. A tutto questo inoltre si aggiungono alcuni controcampi sul volto di Fred stesso. E' evidente che Fred sta rivivendo quindi nella sua mente l'evento accaduto man mano che lo guarda in video, poichè la regia passa,nella descrizione di questo filmino, da una visione oggettiva (l'immagine del video in B/N) a una soggettiva(a colori), senza soluzione di continuità nel riprodurre l’evento. Fred quindi è colui che è ripreso ma anche colui che riprende (mentalmente) questa scena - lo sguardo infatti è sempre quello della videocamera amatoriale. Si può quindi ben capire che Strade Perdute è un film decisamente in soggettiva, dove il protagonista ricorda gli avvenimenti così come gli fa più comodo ( in realtà è lui l’artefice - siamo sempre in un livello di ricostruzione mentale - dei video), per potersi evidentemente discolpare e rifugiarsi in una realtà della sua mente a lui più accettabile. Così la strada percorsa dal protagonista nella notte, illuminata dai soli fari della sua vettura e spezzettata da una segnaletica tratteggiata è l'immagine ricorrente di una brillante metafora della sua stessa fuga psicogena frammentaria e della sua stessa ricostruzione mnestica dell'intera vicenda. Fred viene incarcerato per uxoricidio ma non ricorda di aver ucciso la moglie (ecco quindi la rimozione dell’evento traumatico). Quando Fred si trova nella sua cella di detenzione e sta male, c'è un primo piano del suo volto sofferente, un'inquadratura a seguire della porta della sua cella con l'immagine che si apre a tendina e va a sostituirsi con quella di una baracca in mezzo al deserto. E' fin troppo evidente che da questo momento parte un’ulteriore visione alternativa della sua storia, suggerita da una sapiente costruzione visiva (l'immagine ritorna sul primo piano di Fred, ancora sulla baracca- esce l'uomo misterioso - ancora su Fred che osserva e ancora sull'uomo che rientra nel suo rifugio). E ancora Fred alza gli occhi e l'inquadratura va al soffitto e gli appare la strada sulla quale sta fuggendo, il suo incontro con un ragazzo (la fidanzata che urla : “Pete, non andareeeee ! “ )ancora frammenti della visione del suo omicidio e l'immagine che si fionda dentro a un organo umano squartato (così sembra almeno) , e da qui parte la storia di Pete (che altro non è che un’altra possibilità di Fred di riscattare la sua vita e di riappropriarsi del suo destino e di scoprire il passato della moglie (“mi volevi parlare, volevi sapere PERCHE’?”) . La struttura è molto simile a quella di Mulholland Drive quando Rita(la mora) apre il cubo blu e l'immagine si catapulta dentro alla scatola e dal sogno di passa alla realtà. Pete non è altro che una tabula rasa sulla quale Fred può scrivere la sua storia alternativa e cercare non solo di riconquistare sua moglie ma anche andare a vedere i suoi tradimenti. Pete non ricorda infatti assolutamente nulla di quello che gli è accaduto quella notte in cui venne trovato in carcere al posto di Fred; Pete non è nulla se non il desiderio di Fred di possedere una donna che non avrà mai. "Non mi avrai mai" infatti è la stessa frase che Alice (la donna bionda) sussurra a Pete mentre fanno l'amore per l'ultima volta nel deserto. Chi si rialzerà da terra però, inquadrato di spalle non sarà più Pete ma nuovamente Fred che ritorna a indossare i suoi panni. La famiglia di Pete chiede spiegazioni su cosa successe quella notte quando fu trovato in carcere al posto di Fred, e l'unico ricordo che questo personaggio ha del suo passato è uno stacco su una sua soggettiva (visione di Pete) che è guardacaso la stessa di Fred (l'inquadratura in soggettiva del cadavere fatto a pezzi della moglie di Fred e la mdp che si fionda dentro a un organo umano squartato). Così Pete è nella mente di Fred e viceversa. Pete (Balthazar Getty) esce dal carcere e quindi incontra una bionda che è l’alter ego della moglie di Fred(infatti i ruoli sono entrambi della Arquette). Pete riesce (al contrario di Fred) ad avere rapporti focosi con Alice,la quale è la pupa del boss Laurent ( che nella vita vera come vedremo è l’amante di Renee ,moglie di Fred.)Quindi abbiamo una situazione capovolta dove vi è un appagamento di un desiderio,ciò che Fred nella vita vera vorrebbe(sottrarre lui la moglie al boss) e non ha. Il boss mafioso ben presto scopre la relazione tra questi due personaggi, che decidono di penetrare nella casa dell’amico Andy (quello della prima parte) per rapinarlo – involontariamente Pete lo ucciderà ,dopo aver assistito alla proiezione di un video porno con protagonista la stessa Alice , la quale gli aveva confessato infatti il suo passato, la sua iniziazione come attrice di film porno presso Eddy Laurent. Durante il racconto di quest’ultimo episodio c’è da notare come dai campi e controcampi sui volti dei due attori la regia passi a descrivere visivamente l'esperienza della protagonista femminile,il suo spogliarello davanti al boss mafioso , la pistola puntata alla tempia,il suo progressivo avvicinarsi a Laurent e il gesto della sua mano in tensione per accarezzarlo. A questo punto l'immagine passa quindi ad un veloce raccordo: la mano di Alice , nel successivo controcampo, andrà a posarsi invece sul volto di Pete, che nel frattempo stava ascoltando il racconto della vicenda. La soluzione visiva qui usata da Lynch (come tutte le altre descritte in precedenza) si carica di una sua pregnante semantica sottolineando che Pete (quindi Fred) è solamente uno dei tanti uomini di Alice (quindi di Renee), la quale meccanicamente ripete lo stesso gesto per questi due personaggi agli antipodi e in conflitto , curandosi di cambiare solamente il colore del suo smalto (da rosso a nero). La coppia fugge nel deserto , fanno l’amore per l’ultima volta (l’ineluttabilità del destino di Fred di non poter riavere la propria moglie )e in un breve raccordo visivo il corpo del protagonista riprende la sua vera identità. Fred entra nel rifugio dell’uomo misterioso che gli era apparso in carcere - la baracca nel deserto che si riavvolge temporalmente su se stessa tornando integra dal suo stato disintegrato è quindi l'incipit figurativo della ricostruzione del possibile passato della moglie del protagonista, ormai morta e resuscitata come simulacro. L’uomo misterioso impugna una videocamera ma Fred non desidera affatto essere ripreso e fuggirà quando egli lo insegue, proprio perchè la videocamera implica un'oggettivazione degli eventi al contrario della mente di Fred a cui piace ricordare le cose non necessariamente come sono avvenute. Fred giunge in un motel che da il titolo al film,Lost Highway. Lì vede Renee compiere il suo tradimento con Laurent. E’ interessante notare che il corridoio del motel ha le stesse sembianze di quello che Pete percorreva a casa di Andy cercando un bagno, il suo naso sanguinante. La stanza che Pete apriva era la numero 26 (esattamente quella dove Renee e Laurent fanno ora l’amore) e in cui vedeva Alice mentre veniva penetrata da dietro da un uomo (“mi volevi parlare, volevi chiedermi PERCHE’?”) Viene rimarcato ulteriormente il parallelismo tra la vita di Fred e la sua alternativa Pete. Quando Renee esce dalla camera del motel quindi, Fred entra e colpisce Laurent , lo piazza nel baule della sua macchina e lo porta nel deserto. Segue una rissa fra i due, Fred allunga una mano e magicamente l’uomo misterioso appare e gli offre un coltello con cui il protagonista taglierà la gola al suo avversario. Prima di uccidere Dick Laurent nel deserto, l'uomo misterioso gli fa vedere alcune immagini : si tratta di Laurent che si bacia con Renee mentre guardano un porno violento e ancora una volta ,nella visione di chi osserva, al filmino (oggettivo) si sostituisce il ricordo di Laurent di questo evento poichè le immagini tornano a colori (ricordo soggettivo). L'uomo misterioso si riprende la videocamera e poi gli spara. L'immagine successiva è quella in cui bisbiglia qualcosa nell'orecchio di Fred: la macchina da presa stringe su quest'ultimo e quando si allontana nuovamente l'uomo misterioso non c'è più , rimane solo Fred con la pistola impugnata. La mini sequenza suggerisce quindi uno sdoppiamento di personalità in cui c'è una parte dell' Io di Fred che , attraverso tutti questi filmini, riesuma i ricordi del suo passato, togliendolo allo stesso tempo dalla responsabilità dei suoi omicidi ("sei tu che mi hai chiamato", dirà l'uomo del mistero alla festa di Andy) poiché nella sua ricostruzione mnestica l’assassino risulta l’uomo misterioso. La fase finale del film vede quindi la fuga (psicogena) del protagonista , braccato dalla polizia che lo aveva visto recarsi a casa sua e citofonare a se stesso (“Dick Laurent è morto”). E’ ovviamente un’autocomunicazione che sancisce il carattere mnestico dell’intera vicenda, ricostruita nella mente disturbata di un protagonista che cerca di rimuovere il suo dramma e di fuggire dalla sua stessa fallimentare vita immaginandosene una migliore, un’ ultima via di fuga mentre il suo destino lo rincorre impietoso : le volanti della polizia sono alle calcagna e il suo cervello sta già cominciando a schizzare, forse a causa degli effetti della sedia elettrica o di una pallottola che lo ha raggiunto alla nuca, così come gli era stato predetto in un’oscura telefonata dalla voce dell’uomo misterioso.

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