Regia di Marco Ferreri vedi scheda film
Il 1973 è, almeno per me, la data di uscita di The Dark Side Of The Moon, storico album dei Pink Floyd, tra i più riusciti e apprezzati della band inglese. Nel 1973 usciva anche "La grande abbuffata", film con un cast a dir poco straordinario diretto da Marco Ferreri. Se si volesse riassumere in poche parole quello che è il film, personalmente userei queste: grottesco, sporco, raccapricciante, disgustoso, antiborghese, anticonsumistico. Ma dal momento che la mia singola voce non risuona al di fuori di queste poche righe che sto scrivendo, mi piacerebbe far parlare voci più autorevoli della mia che hanno commentato il film. Tra coloro che hanno fornito un commento positivo, in controtendenza con quello che fu il giudizio del festival di Cannes, dove il film venne pesantemente fischiato, ci sono Luis Bunuel, che definì il film "un monumento dell'edonismo", e, soprattutto, Pier Paolo Pasolini. Il regista italiano, particolarmente attratto dalla critica al consumo di massa, all'edonismo e alla povertà della vita borghese, temi da sempre al centro dei suoi pensieri e dei suoi scritti, dedicò un'ampia recensione al film, definendolo in maniera criptica con le testuali parole :"corpi colti in una sintesi di gesti abitudinari e quotidiani che nel momento in cui li caratterizzano li tolgono per sempre alla nostra comprensione, fissandoli nella ontologicità allucinatoria dell'esistenza corporea." Pasolini che due anni dopo l'uscita di questo film, in quella che è la sua ultima opera prima di venire assassinato, "Salò, O le 120 giornate di Sodoma", susciterà altrettanto scalpore per le numerose scene simili presenti tra i due film( anche se, personalmente, tra i due, ritengono l'opera di Pasolini più violenta e cruda). Ideologicamente, entrambi i film sembrano voler suscitare la ripugnante caduta dell'uomo all'interno di processi culturali e consumistici che lo allontanano dalla realtà.
Il film di Ferreri vede quattro amici ,Ugo(Tognazzi), Marcello(Matroianni), Philipp(Noiret) e Michel(Piccoli), rinchiudersi nella villa di Philipp con il solo scopo di mangiare senza sosta. Si capisce fin da subito che l'intento finale è quello di morire, di fuggire in qualsiasi modo dalla noia che avvolge le vite dei quattro amici. Ognuno di loro è distrutto e alienato dalla società moderna, quella creatasi dal boom economico degli anni sessanta. Essi cercano rifugio e tranquillità all'interno della casa, provando a ritrovare se stessi e il mondo in cui sono cresciuti, lontano dall'apparente felicità che la società del benessere e del consumo sembra fornire, salvo poi finire coll'autodistruggersi.
Il film presente numerosi spunti interessanti, su cui creda sia necessario soffermarsi. Inoltre, ritengo sia necessario provare a leggere la forte critica contenuta all'interno delle scabrose scene di sesso, di gola e di escrementi, non lasciandosi influenzare solamente dalle immagine che appaiono sullo schermo.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta