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La grande abbuffata

Regia di Marco Ferreri vedi scheda film

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La recensione su La grande abbuffata

di Axeroth
10 stelle

Manifesto grottesco del plusvalore proletario nei confronti del totalitarismo capitalista, e manifesto del consumismo sovrabbondante, saziante e cruciale. La nutrizione se in eccesso provoca la morte a causa dell'inibizione o sovrasforzo degli enzimi e dell'apparato digerente messo talmente sotto stress da collassare... Michel Piccoli ne è la splendida coerenza, l'intestino intasato e infiammato provoca meteorismo e fermentazione di alcaloidi e etanolo, causando così gravi dolori e anche morte. Abbiamo il diabetico che s'abbuffa di dolci, bibite e pasti iperzuccherati così da mandare in kaput l'insulina ed il glucagone. Insomma abbiamo diversi esempi di come gli operai (i microrganismi del nostro organismo) vengano annientati dalla volontà monarchica del capitale. Quest'opera d'arte non è solo una parabola sul marxismo, ma è anche scientificamente parlando un film che mostra in modo estremo ed esplicito la fine del corpo, dello spirito e della mente annebbiate dall'eccessivo abbuffamento di beni e di servizi, senza realmente darne un valore. Come diceva qualcuno: si nasce, si consuma e si muore", qui è evidente. Voto: 10

Sulla trama

Quando si lavora troppo e si consuma troppo. Il troppo stroppia come si suol dire. Il troppo si manifesta esageratamente. Il solo vedere questo film fa passare la fame; nel finirlo di guardare fa vomitare. In definitiva un film che suggestiona, impressiona, coinvolge e uccide. Magnificamente assurdo!

Sulla colonna sonora

Azzeccata e sensuale.

Su Marco Ferreri

"Fra Bunuel e Pasolini" concetto azzeccattissimo... soprattutto il finale tipicamente bunueliano. Regista anticonformista e anarchico per antonomasia. Firma uno dei più grandi film della storia. Aspro, duro, vero, estremo ma cristallino. Illuminante e sacro.

Su Marcello Mastroianni

Una delle sue migliori interpretazioni. Mai visto un Mastroianni così! Spettacolare!

Su Philippe Noiret

Eccezionale nella sua fase da depresso e afflitto, soggetto ad una società che non accetta, ma si fa omologare comunque con indignazione e dedizione, sacrificandosi all'ideale erroneo e mortale.

Su Michel Piccoli

Magnifico, d'antologia!

Su Ugo Tognazzi

Incarna l'estremo.

Su Andréa Ferréol

L'Abbondanza, in amore, pazienza e contenimento: lei è l'elemento chiave dell'opera, lega tutti i protagonisti mantenendo un'estremo distaccamento, tale da scegliere la vita alla morte, o no?

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