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Gattaca. La porta dell'universo

Regia di Andrew Niccol vedi scheda film

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Scarlett Blu

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La recensione su Gattaca. La porta dell'universo

di Scarlett Blu
6 stelle

Devo partire da una premessa: non sono una fanatica di film di fantascenza, e di solito - tranne qualche raro titolo - non mi entusiasmano per nulla, quindi forse da qui partono le mie opinabili riserve, e spero non me ne vogliano i cultori della fantascienza.
Inoltre, continuo a pensare che il film meglio riuscito del regista sia S1MONE, merito anche di uno strepitoso Al Pacino, ma torniamo a Gattaca...
A questo film secondo me manca qualcosa, quella marcia in più che lo renderebbe un ottimo film, al di là del genere cui appartiene.
L'idea da cui parte è molto buona e originale: la selezione genetica operata dall'uomo per creare individui perfetti fisicamente e psichicamente, che emergano su tutti gli altri, i 'non validi' condannati quindi a vivere esistenze inferiori e impossibilitati a soddisfare ambizioni più alte, determina divisioni di classe e discriminazione, di cui per altro si fa un lievissimo riferimento nel film (fattore scatenante il sangue e il DNA, non più il colore della pelle).
Così ci sono due fratelli, Vincent, nato dall'amore quindi 'non valido' e Anthony, 'valido' creato e selezionato in provetta.
Sarebbe stato interessante esplorare anche il rapporto tra due fratelli così diversi, che si riduce ha un confronto di battute finali e una nuotata in mare. Davvero riduttivo.
Vincent pare condannato a un' esistenza fra gli ultimi finchè un giorno non scopre che ha più resistenza fisica del fratello.
Così Vincent sfiderà il sistema e con l'inganno, aiutato da Jerome, individuo perfetto che gli fornisce il corredo genetico adeguato, - ma condannato alla sedia rotelle, l' imprevisto alieno alla natura e non calcolabile con formule matematiche - entrerà a Gattaca, ente che forma astonauti e promuove missioni spaziali.
Il film è essenziale e minimalista, scarno e asciutto nelle scenografie e con effetti speciali quasi a zero, e qui sta la sua eleganza e la sua sobrietà che secondo me un po' respingono; nel complesso, mi pare freddo, a tratti lento, a parte qualche raro brivido; in definitiva, nonostante una trama che poteva essere interessante se sviluppata un poco diversamente, non mi sono sentita molto coinvolta.
Anche quando vira nel giallo con l'omicidio del direttore del programma spaziale, tutto resta molto asettico, controllato, quasi privo di tensione.
Qualche brivido lo concede l' algida Irene (Uma Thurman) che lavora anche lei a Gattaca: scopre l'inganno, ma non lo denuncerà, perchè innamorata del giovane 'non valido' protagonista.
E Vincent alla fine, riuscirà a coronare il suo sogno, perchè tutti i limiti umani, quando sono creati o imposti da altri, sono fatti per essere superati.
Secondo me, un' occasione un po' sprecata, che forse in mano a un altro regista poteva diventare qualcosa di veramente magico e stupefacente.
Parere personale, ovviamente.

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