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Harry a pezzi

Regia di Woody Allen vedi scheda film

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La recensione su Harry a pezzi

di maso
8 stelle

Commedia a vignette e analisi dell'anima flagellata dell'artista a 360° Woody Allen alias Herry Bloch alle prese con un ristagno della cartuccia nella stilografica dovuto ad una incombente anzianità e ovvia ristrettezza di idee per uno scrittore affermato ed iperattivo.

Il paragone con "8 e mezzo" di Fellini o "Wish you were here" dei Pink Floyd (inteso come LP) è più che calzante perchè il protagonista a corto di idee e in crisi esistenziale compone il suo nuovo lavoro con i pezzetti del mosaico incastrati nella sua crisi.

L'assenza di armonia con tutti coloro che lo circondano, parenti, amici, amanti e passanti che gli hanno rivelato segreti intimi o hanno condiviso con lui le loro marachelle sono indemoniati perchè avendo letto i suoi libri hanno riconosciuto quei pezzi di vita vissuta, Bloch li ha sbeffeggiati o allargati a macchia d'olio con la lama tagliente del sarcasmo e ciò ha generato la sommossa popolare del suo entourage.

La storyline oscilla fra la realtà di Harry assalito di volta in volta dal soggetto preso di mira e la sua trasposizione letteraria che prende forma attravero l'immagine, tale tecnica narrativa non è per nulla adatta alle menti semplici tanto che Harry a pezzi si rivela uno dei film più complessi e geniali di Allen a livello strutturale e allo stesso tempo uno dei più divertenti in cui pur rischiando di non afferrare il nocciolo della questione lo spettatore può ridere delle battute graffianti che condiscono la storia, a volte leggere e altre politically unfair.

Allen sembra voler far trasmigrare le sue negatività in tutte le figure maschili raggiungendo l'apice nel personaggio di Robin Williams, attore appannato nella vita e nell'obiettivo proprio come l'autore che lo ha ideato, la messa a fuoco non può che arrivare grazie ad un paio di occhiali per tutta la famiglia, sintomo di una vecchiaia alle porte, o grazie alle buone parole dell'amica battona Rose, nera come il suo buco nero del quale conosce ogni angolo: Dio in cielo illuminami la strada in questo buco nero.

Un'altro soggetto a rischio è quello interpretato da Bob Balaban alle prese con un infarto che incombe, e qui Allen sciorina la sua verve migliore sbeffeggiando l'agguato di un attacco di cuore: "Dai che non è niente quel dolore al petto" - "Ma in famiglia sono in pratica tutti morti così: padri, madri, fratelli e sorelle" - "Te ne stai li tranquillo allora, perchè non chiami un'ambulanza".........all'ospedale poi "La parola migliore che ti può capitare è ...E' BENIGNO".

Le donne invece sono l'esatto opposto per Allen, il centro del mondo, come comunica esplicitamente al figlioletto "Le cose che contano sono un lavoro che ti piace e il sesso" - "Dio è una donna?" gli chiede il figlio "Nooo... ma la donna è Dio"-

Judy Davies ex moglie arriva fuori di testa e a mano armata indecisa fra un omicidio e il suicidio, Harry la lasciò perchè un giorno mentre scopavano assunse le sembianze di Primo Carnera, Kirstie Alley moglie attuale non vuole che rivolga la parola al figlio ed è fuori di testa come una psichiatra non dovrebbe mai essere per aver scoperto che Harry ha una liason con una paziente, una come sempre bellissima Elisabeth Shue, la sorella anche lo demolisce "Torna a trovarmi fra 4 anni".

L'unico uomo brillante della sua cerchia di amici è Larry che da avventuriero dell'Amazzonia single e simpatico gli incartoccia la ragazza.

Tutti però veri o inventati sembrano essere riconoscenti a Harry per averli resi parte di qualcosa di importante ma tutto ciò non gli arriverà prima di una dantesca discesa agli inferi e una notte in cella.

Si ride a ripetizione su battute costruite come spunti di riflessione, messe in bocca e nella testa di un cast fluviale che comprende vecchie volpi come Richard Benjamin alle prese con una scopata iniziale complicata ed esilarante, e interpreti in ascesa come Demi Moore in illuminazione pompino ebraica dopo il matrimonio.

 

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