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La giacca verde

Regia di Franco Giraldi vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su La giacca verde

di SredniVashtar
8 stelle

Un film sorprendente.

Nell’Italia centrale (Abruzzo?) del ’43 due uomini si nascondono ai fascisti e ai tedeschi, in uno sperduto paesino di montagna: un modesto suonatore di timpani e un affermato direttore d’orchestra. Entrambi dissimulano la loro vera identità: il timpanista (Romualdi, interpretato da Renzo Montagnani) si finge celebre maestro di musica, il direttore d’orchestra (Walter Salvini, interpretato da Jean Pierre Cassel) impiegato di banca. La menzogna di Romualdi viene assecondata da Salvini, che però non rivela di aver scoperto l’inganno, iniziando così un rapporto di pseudo-amicizia con il modesto strumentista, che in realtà manipola incoraggiandolo a prendersi cura del coro femminile della parrocchia locale. La millanteria di Romualdi e il crudele gioco di Salvini avvengono sotto gli occhi di Eva (Senta Berger), un’ex attrice che li ospita e che ben presto capisce l’inganno, pur non conoscendone i dettagli. I veri rapporti di forza tra i due uomini si chiariscono ben presto: è il “bancario” Salvini a riempire la solitudine di Eva e, nonostante egli continui a recitare la parte dell’ammirato estimatore del “Maestro” Romualdi, è sempre lui a dettare i tempi di ogni azione e a far accadere gli eventi.

Il gioco prosegue fino alla messa di Natale, quando Romualdi vive il suo momento di gloria, acclamato dai paesani come grande direttore di coro. Il giorno dopo entrambi gli uomini lasciano per sempre il paese, trovando la via per raggiungere la liberata Bari.

Tutto ciò è narrato in flashback da Salvini, che nel ’46 deve spiegare al proprio impresario perché non riesce a dirigere le prove dell’Otello: è perché tra gli orchestrali ha riconosciuto Romualdi, che finalmente ha capito con enorme imbarazzo con chi aveva vissuto l’esperienza di 3 anni prima. Il “blocco” di Salvini impone un aut-aut: i due uomini non possono convivere nella medesima orchestra. Il finale è sorprendente.

 

Parliamo prima dei difetti del film: a volte con un ritmo troppo lento, illustra particolari non sempre indispensabili e funzionali alla trama. La fisicità invadente di Romualdi arriva ad essere persino fastidiosa per lo spettatore, ma questo in realtà è un pregio della prova recitativa di Montagnani, che rende mirabilmente la “piccolezza” del proprio personaggio e la sua incolpevole mancanza di raffinatezza, simboleggiata proprio dalla giacca verde, un capo d'abbigliamento di modesta fattura che però per Romualdi rappresenta la sua condizione di distinzione rispetto ai montanari/contadini tra cui è capitato. Un altro difetto percepibile è la sgranatura della pellicola, che a 35 anni mostra tutti i segni del tempo.

 

I pregi. Non esistono personaggi “all’americana”, totalmente buoni o cattivi: niente eroi, solo uomini (e donne) con i propri pregi e difetti, frustrazioni e manie. Anche Eva (una sensuale Senta Berger) appare come una donna in fondo cinica e disillusa, che si limita a porgere il proprio corpo ma mai il cuore. Montagnani – come già detto – è splendido nella sua sgradevolezza, degna del miglior/peggior Sordi quando fa l’italiano piccolo borghese. Cassel ha il phisique du role per tratteggiare convincentemente l’intellettuale con sensi di superiorità, leggermente sadico ma non privo di momenti di dubbio e desiderio di rapporti veri, non offuscati dalla menzogna. Tutto sommato, lascia che Romualdi viva in pace il suo momento magico, non rovinandogli la festa. Eva mostra a tratti bisogno di protezione e debolezza, ma sotto sotto è indifferente al destino di tutti, compreso il proprio.

Quindi il film mostra un tratteggio dei caratteri e delle personalità non banale, intriso di chiaroscuri, ottimamente resi da Giraldi attraverso dialoghi credibili e a volte imprevedibili, “incoerenti” ed emotivamente contradditori, com’è la natura umana.

 

Un piccolo grande film, che le reti trasmettono alle due di notte, ma che meriterebbe invece altra collocazione, comprensiva di un commento introduttivo.

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