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Titanic

Regia di James Cameron vedi scheda film

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La recensione su Titanic

di champagne1
8 stelle

Verrebbe voglia, per puro spirito di contrapposizione, di scriverne male di questo kolossal che nel 1997 era il film più costoso di tutti i tempi grazie alle spese di acquisto da parte della 20th Century Fox di 16 milioni di costa messicana per allestire una cisterna d’acqua di quasi 40.000 metri quadri in cui inserire il "modellino" del Titanic (praticamente ricostruito quasi nelle identiche dimensioni dell'originale). oltre che per la decisione presa dal regista di andare a riprendere di persona il vero relitto del Titanic, allo scopo di arricchire la pellicola con una suggestiva introduzione documentaristica.

Eppure non si può se si è onesti con se stessi fino in fondo.

Perché, anche rivisto a distanza di quasi 20 anni, questo film è spettacolare con le sue immagini della vita e degli ambienti di bordo ricostruiti con minuzia certosina e con le visioni - ancora più impressionanti - della grande nave durante la notte dell'incidente e degli esiti delle storie ad esso connesse.

Perché la storia di Jack e Rose, due ragazzi appartenenti a classi sociali separate da un aparthied di convenzioni e di schemi e che pure si innamorano e lottano contro tutto e contro tutti, è un archetipo narrativo che riesce a toccare le corde emotive di chiunque.

E se Jack è l'eroe romantico per eccellenza, Rose appare in linea con le evoluzioni del mondo femminile di inizio '900, in un fil rouge che parte dalle eroine di Strindberg alle più moderne suffragette.

Ma alla fine ogni personaggio riesce a raccontarsi ed avere il suo spazio, per cui nel momento del disastro marittimo ognuno di loro va incontro a un esito che non lascia affatto indifferente lo spettatore.

E il riaggancio ai giorni nostri, con la storia della spedizione che cerca tesori nel relitto e invece scopre un meraviglioso quadro di una giovane vestita solo di un gioiello, tramite cui si mette in contatto con la centenaria Rose che ne rivendica il possesso e quindi ne ripercorre la storia, serve a non dare al film una patina di sapore puramente storico-rievocatorio, giacché si capisce fin dall'inizio come sia finita la vicenda, creando le condizioni di un possibile distacco emotivo da parte del pubblico.

Perfettamente in linea col pensiero della Tragedia Greca, ecco che nella metafora del Titanic arriva poi la considerazione finale sul fato beffardo che regola la vita di tutti noi e che sembra dirci che molto spesso i sogni di grandezza dell'uomo - per quanto apparentemente solidi -  possano andare a schiantarsi con la dura realtà, magari contro un inaspettato iceberg.

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