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Sette anni in Tibet

Regia di Jean-Jacques Annaud vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Sette anni in Tibet

di ethan
6 stelle

'Sette anni in Tibet' racconta le gesta dello scalatore austriaco Heinrich Harrer (Brad Pitt) che, alla vigilia del secondo conflitto mondiale, lascia la moglie in attesa del figlio per avventurarsi in una spedizione per scalare l'impervio Nanga Parbat, che fa parte della catena dell'Himalaya, ma nel frattempo la guerra scoppia e lui e i suoi compagni di cordata vengono catturati e fatti prigionieri; Harrer, dopo vari tentativi riesce a prender parte alla fuga decisiva e raggiunge il Tibet e conosce un giovane Dalai Lama ma l'invasione cinese lo vedrà costretto a rientrare finalmente a casa, dopo anni di girovagare senza sosta.

Il film diretto da Jean-Jacques Annaud ha come argomento di fondo il pacifismo, l'amicizia virile e la vita avventurosa, ideali che vengono calpestati dallo scoppiare di guerre fomentate dall'odio e dalla sopraffazione nei confronti di popoli inermi, sia in un primo caso l'Europa colpita dalla ferocia nazifascista, che il protagonista, nelle prime sequenze pare più sopportare per un tornaconto personale che approvare - Harrer è riluttante di fronte alla bandiera tedesca che gli viene consegnata da ufficiali nazisti con lo scopo di puntarla una volta raggiunta la vetta agognata e ribadisce a loro di essere austriaco - siano successivamente i pacifici tibetani invasi dai cinesi di Mao-Tse Tung, che li rivendicano con la forza.

Spiace che tematiche così alte e una storia (vera) dotata di notevoli potenzialità sulla carta abbia prodotto un film semideludente: Jean-Jacques Annaud gira maestose sequenze sfruttando splendidi scenari naturali nella prima parte del film, immerso nella natura ma si dimentica del ritmo, che ristagna in più di un'occasione, con la pellicola che implode per riscattarsi poi nella seconda parte, dove dà il meglio nelle tappe della reciproca conoscenza tra due personalità antitetiche come il Dalai Lama, allora quattordicenne (impersonato da tre diversi attori) e lo spericolato austriaco, sfociante in amicizia, purtroppo interrotta da eventi più grandi di loro.

Brad Pitt costruisce un personaggio credibile anche grazie alla sua capigliatura bionda ed è assecondato dall'altrettanto buona prova di David Thewlis, che interpreta il suo compagno di cordata prima e di fuga poi.

Ottima la fotografia di Robert Fraisse, che esalta tanto il paesaggio quanto i coloratissimi costumi del popolo tibetano, ma il paragone con 'Kundun' di Martin Scorsese, uscito nella stessa stagione, vede 'Sette anni in Tibet' soccombere.

Un prodotto onesto, che tocca temi importanti ma carente dal punto di vista delle emozioni vere.

Voto: 6 (visto in v.o.s.).

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