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La seconda guerra civile americana

Regia di Joe Dante vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su La seconda guerra civile americana

di axe
8 stelle

Alla luce degli eventi e tendenze politiche occidentali del 2016 (Brexit, affermazione di destre contro le ondate di migranti che premono contro i confini dei nostri Stati, ecc.), le tematiche trattate da questo film sono quanto mai attuali. Opinione pubblica ed governo locale di uno stato componente gli U.S.A. si oppongono all'accoglienza di un convoglio di bambini resi orfani da un immaginario conflitto nel subcontinente indiano. I media infiammano ad arte il conflitto con le autorità centrali, finchè lo stato "ribelle", seguito da altri, si incammina lungo la via della secessione, e lo scontro da politico diviene militare. Un film satirico, che non fa sconti a nessuno. I due contendenti, governatore e presidente, sono rappresentati come quasi estranei al contenzioso, il primo stanco della politica ed interessato esclusivamente ad una tormentata storia d'amore con una giornalista di origini messicane; il secondo totalmente privo di carattere, da aver bisogno continuamente del modello di un suo predecessore cui ispirarsi, e completamente manovrato dalle lobbies. Il personale delle organizzazioni umanitarie - qui impersonato da una isterica attivista - è raffigurato dedito più all'apparenza che alla cura dei bisognosi loro affidati. Larga parte della popolazione è guerrafondaia, in linea con la mentalità dei militari, i cui leaders fanno del confronto armato una sfida personale. Ma la vera "anima nera" è rappresentata dai media, la cui influenza di fatto scatena il conflitto. Per parte dei giornalisti l'interesse per i gravi eventi che si verificano è strettamente collegato agli indici di ascolto, e pertanto al denaro degli inserzionisti. Raccontano i fatti come se fossero finzione, salvo essere riportati bruscamente alla realtà nell'ultima parte dell vicenda. Gli eventi sono raccontati in terza persona da uno dei molti personaggi; la narrazione è garbata ed ha i toni della commedia, con l'esclusione di alcune sequenze drammatiche; il regista si focalizza con sequenze piuttosto lunghe sulle azioni compiute volta per volta dai vari personaggi. Tra gli attori, bravi Beau Bridges e James Coburn. Un po' fuori posto Ron Perlman. Buon accompagnamento sonoro. Penso che questo film, se non altro per la sua attinenza agli eventi del nostro tempo, vada visto e rivalutato. Il "prossimo futuro" rispetto al 1997 è la seconda decade del XXI secolo.

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