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Regalo di Natale

Regia di Pupi Avati vedi scheda film

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La recensione su Regalo di Natale

di LorCio
8 stelle

Ed ecco a voi la più crudele storia di Natale degli ultimi trent’anni. In una notte di doppi giochi, inganni e tradimenti, Pupi Avati spiazza tutti in epoca di amarcord generazionali e distrugge letteralmente il concetto di amicizia maschia, quel tipo di sentimento che solo una donna può far crollare. Una donna, magari puttana, può essere anche il gioco d’azzardo.

 

Malinconicamente ambientata in una notte di Natale dei balordi anni ottanta, cinque esseri assolutamente differenti ma accomunati dall’amarezza per il circostante, declinata in forme diverse (il gestore di sale cinematografiche Franco, che il mondo vorrebbe rampante ma ha un animo cinefilo; il critico cinematografico Lele, che nessuno si caga; l’imbonitore di aste d’arte Ugo, fallito professionalmente e familiarmente; l’omosessuale represso e vittima di gelosie Stefano; e in più  l’untuoso avvocato Santelia, giocattolaio che mangia solo patate bollite e vorrebbe scopare come un riccio) si sfidano su un tavolo verde, su cui non ci sono solo le carte ma anche il conto presentato dal corso degli eventi.

 

La storia è conosciuta, i ruoli dei cinque personaggi all’interno del gioco (al massacro) sono risaputi, ma perché non lasciare la sorpresa di veder risolto il dramma a chi non l’ha visto? Un film amarissimo che tiene col fiato sul collo i protagonisti usando il passo del thriller sentimentale (anche se i sentimenti vanno a farsi fottere e sono del tutto latitanti quelli appena accennati) d’ambientazione claustrofobica, servendosi di cinque attori in stato di grazia (almeno per gli ottimi Diego Abatantuono, Gianni Cavina e Carlo Delle Piane – premiato a Venezia – una manna dal cielo): insomma, un cult, a cui le musiche di Riz Ortolani conferiscono un che di tristemente crepuscolare. E ci vorranno vent’anni prima di scoprire con quale punto il vincitore batte lo sconfitto.

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