Regia di Robert Zemeckis vedi scheda film
Oggi, a distanza di 13 anni, e dopo svariate visioni e re-visioni, lo si può dire: Contact è la versione degli anni '90 di Close encounters of the third kind. Zemeckis arriva là dove era arrivato Spielberg con il suo ancestrale capolavoro. Questo non vuole dire che Contact sia perfetto, è un cinema che però insinua il dubbio, crea un discorso, annuncia una teoria del vedere, è una fantascienza umanista che partecipa all'atto della creazione esistenziale di un pensiero più profondo. A volte si scade nel didascalico, ma non ci si abbassa mai alla retorica reazionaria dell'immagine perfetta degli ultimi lavori "chiusi" di Zemeckis, che ha preso il peggio dalla tecnologia digitale. In Contact gli effetti visivi servono a creare un medium per un messaggio che non è detto necessariamente arrivi all'interlocutore. In questo sta il valore collegamento con il capolavoro di Spielberg. Non nell'aver riprodotto quel tipo di cinema (perché non avrebbe senso), bensì nell'aver compreso il valore della sfida.
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