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Paura

Regia di James Foley vedi scheda film

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La recensione su Paura

di JJalb
6 stelle

Arrivati alla fine del film l'unico pensiero certo è che il titolo è probabilmente un po' troppo pretenzioso -e per una volta non deriva da una pessima traduzione di quello originale, che è, per l'appunto, semplicemente "Fear"- e forse vorrebbe richiamare titoli celebri come Cape Fear - Il promontorio della Paura, ma si tratta di ben altri film con bel altre sceneggiature.

Già, il punto dolente di Paura è proprio nella trama sceneggiata, sicuramente efficace per trascorrere qualche ora con un thriller d'ordinanza, ma niente di più; certo il film non è da buttare, ma se si cercano idee originali, meglio passare oltre.

Quello che accade in sintesi è che il Sig. Walker (Petersen), architetto di successo di Seattle, vive con la figlia sedicenne Nicole (Whiterspoon) assieme alla compagna Laura e al di lei figlio Toby. L'adolescente, dolce e ingenua ma in vena di ribellione dettata dagli ormoni, conosce un ragazzo tanto bello e protettivo quanto problematico ed ossessivo. Mr Walker non impiegherà molto ad avere "paura" per sua figlia...non vado avanti con spoiler, ma come si può notare niente di originalissimo, ma comunque più che godibile.

Petersen appare ben adatto al ruolo, con uno stile interpretativo cui ha abituato da To Live and die in L.A., Reese Whiterspoon è l'interprete ideale per la ragazza biondina, non frivola né stupida ma dolce, ingenua, volenterosa di trovare il bene, l'amore e di dimostrare al genitore di essere diventata granda. 

Mark Whalberg merita un commento a parte: questo è stato il suo primo ruolo da attore dopo gli anni in cui passava il tempo a mostrarsi in mutande cantando come Marky Mark, e l'esperimento può dirsi riuscito...sia per fisique du role, che per recitazione, dote confermata a distanza di 19 anni da questo film.

Penso la cosa migliore della pellicola sia comunque la regia, a mio parere dietro la macchina c'è qualcuno che sa come dirigere un film...apprezzabili anche i dettagli della caratterizzazione della casa dell'architetto, con plastici ed elementi di arredo non buttati a casaccio ma evidentemente studiati.

In poche parole: tutto godibile ma non eccelso.

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