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La ciociara

Regia di Vittorio De Sica vedi scheda film

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La recensione su La ciociara

di jonas
8 stelle

Nell’estate 1943, per sfuggire ai bombardamenti alleati, una pizzicagnola vedova lascia Roma con la figlia e si rifugia nel suo paese natale presso Fondi. Tutta la prima parte racconta l’affannosa ricerca di una normalità che appare ancora raggiungibile, nonostante i tanti segnali in contrario: sembra si tratti solo di aspettare che le cose si aggiustino in qualche modo, senza dover muovere un dito (“Inglesi o tedeschi, vince chi vince” “Ma si sbrigassero pero”: versione aggiornata di “Franza o Spagna, purché se magna”). Ma la guerra è un turbine cieco che travolge tutti: chi fugge e chi affronta i pericoli, gli opportunisti come Cesira e gli idealisti come Michele; e il finale, se da un lato precipita nel dramma, dall’altro mostra l’acquisto di una dolorosa maturità. Nell’opera di De Sica, collocandosi fra Il tetto e Il giudizio universale, questo film rappresenta l’estrema propaggine del neorealismo, ma per una volta la sua regia non è fondamentale: si tratta soprattutto di una vetrina per la diva Sophia Loren. Io non l’ho mai sopportata, ma devo riconoscere che l’Oscar se lo è meritato: evita eccessive pose da popolana, sembra una matrona nonostante abbia solo 25 anni, sa delineare la verità del suo personaggio; riuscirà a fare di meglio solo in Una giornata particolare.

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