Regia di Peter R. Hunt vedi scheda film
E’ il Bond meno conosciuto. Quello che ha fatto più fatica a recuperare i costi di produzione ma, ironia della sorte, forse il più bello, assieme a “Dalla Russia con amore”, dal punto di vista della scrittura e della regia.
Il suo interprete, George Lazemby, paga la dipartita di Sean Connery in modo eccessivamente ingiusto; infatti è forse il Bond più aderente allo spirito del personaggio Fleming e dimostra di trovarsi a suo agio in tutte le sequenze. Da molti cinefili bondiani è tra il migliori della serie per lo stile da vera spy story dove i gadget e l'ironia lasciano spazio ad atmosfere più cupe, malinconiche e quindi più realistiche.
Molti gli aspetti che valorizzano questa pellicola: dalla regia di Peter Hunt già montatore di tutti gli 007 storici, alle bellissime scenografie di Syd Cain, alla drammatica interpretazione di Diana Rigg fino alle splendide riprese sugli sci di uno dei più grandi stuntmen di tutti i tempi Willy Bogner.
Da segnalare inoltre la splendida colonna sonora del 4 volte premio Oscar John Barry che si rivela probabilmente la sua migliore e contenente la struggente "We have all the time in the world" l’ultimo pezzo cantato da Louis Armstrong.
Negli anni è circolata sia in home video che in TV una versione tagliata di ben 8 minuti e proposta sempre in formato 4:3, quindi tagliando una bella fetta di immagine. Esiste peraltro una scena montata in una prima edizione con una fuga di Bond sui tetti di Londra. Quella è sembra scomparsa per sempre.
Farei un buon remake per far uscire di scena il Bond cinematografico per sempre con una vera spy story peraltro molto attuale. Gli eredi Broccoli non credo la pensino così
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